Lettera interamente autografa del celebre scrittore svizzero Francesco Soave indirizzata al famoso letterato Italiano Clementino Vannetti.
All'interno della lettera in celebre letterato cita la pubblicazione avvenuta sotto pseudonimo "Vera idea della rivoluzione di Francia, lettera di Glice Ceresiano ad un amico" dove condanna il neonato regime francese che "sotto il nome di libertà è il più dispotico e tirannico, che sia mai stato immaginato, i mezzi impiegati dai nuovi riformatori sono i più iniqui e crudeli".
Soave pubblicherà, come si legge nella lettera solo alcuni mesi dopo il saggio indicando esattamente: "la mia prosa è finita e presto andrà alla stampa, ma senza il mio nome.
Questa presa di posizione costerà al Soave la fuga da Milano nel 1796 dopo la presa della città da parte di Napoleone
All'interno del documento viene menzionata inoltre la lettura di alcuni sonetti inviati dal Vannetti al Soave citandone anche un verso " l'Acciaro io bacio, ond'ora son colonna viva al trono divin".
Questo verso a causa della prematura dipartita del Vannetti sarà inserito solo molti decenni più tardi nella raccolta delle poesie inedite.
Si allega un'incisione con l'effige del Soave.
