Carlo Vincenzo Ferrero, marchese d'Ormea (Mondovì, 5 aprile 1680 – Torino, 29 maggio 1745), è stato un politico italiano.
Carlo Vincenzo Ferrero si laureò in legge all'Università di Mondovì il 9 gennaio 1697. Da allora iniziò un'attività di funzionario statale in terre limitrofe al Monregalese: prima come giudice di Carmagnola e poi come prefetto e intendente di Cuneo. La vera svolta nella sua carriera fu rappresentata dalla nomina a prefetto-intendente della provincia di Susa, nel 1713. Risale a questi anni il matrimonio con Maria Caterina Frangia, appartenente ad una famiglia del patriziato monregalese, da cui nacque il suo unico figlio Alessandro Marcello (1711-1771), destinato a una brillante carriera militare.
A Susa, Ferrero restò tre anni, sino al 1716. Dal 1716 al 1717 fu intendente generale della Savoia. Il 16 aprile 1717 Vittorio Amedeo II gli conferì la carica di Generale delle Finanze (con stipendio di 6000 lire di Piemonte) del Regno di Sardegna, che Ferrero mantenne per tredici anni, sino all'agosto 1730. Suo principale collaboratore fu allora il conte Vittorio Amedeo Chapel de Saint Laurent, primo ufficiale delle Regie Finanze dal 1717 al 1730 (quando divenne egli stesso Generale delle Finanze). Il 22 settembre 1722 acquistò il feudo di Ormea, con titolo marchionale. Due mesi più tardi, il 22 novembre, sposò Claudia Francesca Umberto di Palazzo (morta nel maggio 1738), discendente di un figlio naturale di Carlo Emanuele I, don Umberto (capostipite della casa dei marchesi Umberto di Palazzo). In tale modo egli si imparentava, pur tramite un ramo «naturale», con la stessa dinastia sabauda. Dal matrimonio non nacquero figli. Pur mantenendo l'incarico di Generale delle Finanze, dal 1724 il principale campo d'azione del marchese d'Ormea furono le relazioni diplomatiche con Roma. Più volte inviato alla corte di Papa Benedetto XIII riuscì a far riconoscere Vittorio Amedeo II come re di Sardegna e, soprattutto, a stipulare nel 1727 un Concordato che normalizzò le relazioni fra i due Stati, tese da ormai un trentennio. Conclusa felicemente la pratica concordataria, Vittorio Amedeo II lo nominò segretario di Stato agli affari interni il 9 agosto 1730. Carlo Emanuele III, salito al trono dopo l'improvvisa abdicazione del padre, gli conferì quasi immediatamente, il 26 settembre dello stesso anno, il titolo di ministro di Stato. Durante la drammatica vicenda del tentato ritorno al potere di Vittorio Amedeo II, il marchese d'Ormea fu accanto a Carlo Emanuele III, convincendolo a non esitare di fronte all'azione del padre. Il 18 marzo 1732 Carlo Emanuele III gli conferì anche la carica di segretario di Stato agli affari esteri consentendogli di unirla a quella ricoperta in precedenza. Per meglio esercitare la carica agli esteri, il re gli affiancò come Primo Ufficiale il più giovane marchese Leopoldo del Carretto di Gorzegno (1693-1750), che alla morte del marchese d'Ormea ne avrebbe poi preso il posto di Segretario di Stato. Nel 1742 Carlo Emanuele III lo chiamò a ricoprire la carica di Gran cancelliere, una sorta di primo ministro, principale carica dello Stato, seconda solo al sovrano stesso, vacante per la morte del marchese Giovanni Cristoforo Zoppi. Il re lo autorizzò a mantenere la Segreteria di Stato agli esteri, ma dovette lasciare quella agli interni, che fu affidata al suo antico collaboratore Vittorio Amedeo Chapel de Saint Laurent. Ebbe parte decisiva nella politica sabauda durante la guerra di successione austriaca.
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