Eugenio di Savoia nacque a Parigi nel 1663 e morì a Vienna nel 1736.
Figlio di Eugenio Maurizio di Savoia Carignano, conte di Soissons, e di Olimpia Mancini, nipote del cardinale Mazzarino.
Si rifiutò al desiderio della nonna che lo voleva indirizzare ad una carriera ecclesiastica, cercando di farsi spazio nell'armata francese ma non essendo stato accettato ( a causa della bassa statura), appena ventenne si arruolò militare sotto le insegne dell'imperatore austriaco Leopoldo d'Asburgo.
A 22 anni intraprese la carriera militare oltre che una proficua attività diplomatica che gli procurò la nomina di feldmaresciallo nel 1693. La sua prima campagna fu contro i Turchi a Zenta, presso il Tibisco, dove ne uscì vittorioso.
Dopo il 1700, durante la guerra di successione spagnola, ricoprì il ruolo di comandante supremo delle truppe austriache in Italia, dove conseguì molti successi contro i francesi.
Nel 1705 si trovò nuovamente in Italia per aiutare suo cugino, il duca Vittorio Amedeo II di Savoia, a sconfiggere i francesi nella battaglia che si svolge nel 1706 nella collina di Superga, alle porte di Torino. Questa vittoria contro i francesi assicurò agli Asburgo la Lombardia e il principe Eugenio ne divenne il primo governatore austriaco. Nel 1707 invade la Francia meridionale e rifiuta l'offerta del trono di Polonia mentre l'anno seguente contribuisce nelle Fiandre alle vittorie di Oudenaarde e di Malplaquet ai danni dei francesi.
Eugenio di Savoia fu tra i negoziatori della pace di Rastatt (1714), conclusa nella omonima cittadina tedesca fra Luigi XIV di Francia e Carlo VI d'Asburgo e che pose fine alla guerra di successione spagnola (1700-1714) a completamento della precedente pace di Utrecht (1713).
Il principe Eugenio divenne a seguito del trattato di Pace governatore delle Fiandre lasciando la guida della Lombardia. La sua abilità militare lo vede subito dopo impegnato sul fronte contro i Turchi che vennero da lui sbaragliati nella battaglia di Petervaradino (1716) che gli aprì le porte alla conquista di Belgrado (1717), diventando così un eroe nazionale.
Nel 1736 morì a Vienna nella sua residenza di città (oggi sede del Ministero delle Finanze) e l'imperatore Carlo VI gli tributò grandi onori. All'imponente e molto partecipato funerale si notò l'assenza dei Savoia, probabilmente immemori del grande aiuto avuto da Eugenio durante l'assedio francese di Torino.
Il suo corpo riposa a Vienna nella cappella Trina del duomo di Santo Stefano mentre il cuore è custodito a Superga, sulla collina torinese.
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