Lettera interamente autografa con firma di Manfredo Fanti noto generale e uomo politico, considerato il fondatore del Regio Esercito Italiano (in virtù del Decreto Fanti, promulgato nel Maggio 1861) indirizzata ad un cugino, su questioni famigliari e con riferimenti politici dell'epoca.
Lettera redatta a Torino, il 29 Giugno 1854.
"La è sempre stata così, e siccome in questa valle di lagrime, sempre dobbiamo aver le nostre mortificazioni, così a me è toccata quella di mio
fratello, il quale ha avuto la disgrazia di non indovinarne mai alcuna, ed io la cattiva sorte di dovervi sempre rimediare (...)".
"Nella Capitale nulla assolutamente di nuovo: e se leggi un giornale qualunque di Torino ne sai più di me. Rispetto alla guerra chi cavolo ci capisce? La hanno imbrogliata di modo che sfido chiunque a dirmi chi sono gli amici e quali i nemici (...)".
Il Fanti termina la missiva comunicando la decisione di andare in campagna da luglio fino ai Santi, in una villetta vicino a Oneglia insieme a Beaufort Virgilio e poi esprime la sua felicità e gratitudine per la generosa accoglienza ricevuta nella sua patria.