Lettera interamente autografa con firma di Ardengo Soffici, corredata di busta anch'essa autografa, inviata all'amico Gino Visentini, influente critico d'arte che fondò e diresse Cronache, Mensile di Letteratura e d'Arte sulla quale pubblicò disegni di Morandi e di Manzù di cui era amico personale.
All’interno della missiva, di grande interesse storico e pittorico, Ardengo Soffici commenta ed espone le varie problematiche circa l’esposizione di una nuova mostra a Bergamo (trattasi quasi certamente della Casa d’Arte Bragaglia dove hanno esposto i più importanti futuristi come Sironi, Balla e Depero).
Di seguito la descrizione integrale della lettera:
"Poggio a Caiano 8 Dicembre 1933 (Anno XII).
Caro Visentini, ti ringrazio molto dell’invito che mi fa a nome del suo amico per esporre a Bergamo, e le dico che ho riflettuto a lungo col desiderio di accettarlo; ma ho dovuto concludere che è meglio di no ed ecco perché:
Dopo la mia mostra milanese io non ho fatto altro che lavorare ad affreschi di grande misura, uno dei quali è già terminato del tutto, ma anche modificati da tempo per la mostra d’arti religiosa di Roma (si tratta infatti di un Francesco d’Assisi che va rimediando) e ch’io debbo spedire appunto domani.
Gli altri non sono ancora del tutto pronti e né potranno esserlo se non tra una quindicina di giorni. Comunque si tratta anche per quelli di vanto con spedizioni poco adatti ad esser mandati in una piccola esposizione.
Dovrei dunque mandare a Bergamo tutte opere che hanno già figurato a Milano, e che sono dunque già note agli artisti e agli intendenti che verrebbero a vederle anzi, senza contare che due o tre delle migliori di quelle già esposte l’anno scorso non le ho più.
Come vede mi è impossibile accettare questa volta l’invito tanto atteso e debbo farle le mie scuse a lei e all’amico.
Aspetto con molta ansiosità “Cronache”. Quanto a mandarle quadri credo che ci lavorerò continuamente - e lo farò - ma lei sa come io sia assillato da quel maledetto impegno giornalistico e come debba utilizzare per la Gazzetta, anche la minima idea e il minimo… che mi vien fatto. Ma le manderò qualche cosa.
Son contento che ella abbia trovato del buono in quel libro tradotto che le mandai, stia però attento: quel libro dice cose verissime, ma se fossero, per disgrazia, malintese potrebbero fomentare un movimento di atroce accadimento e rettorica pittorica. Gia si vede intorno il frutto di idee simili mal digerite: il manifesto - per es. - della pittura murale. La questione dell’arte è arrivata a un punto serissimo: o si ha il genio della semplicità e verità nella grandezza, o si cerca più (più) del futurismo e di dall’Oca Bianca. Tocca a voi giovani capirlo e farlo capire a tutti anche a quelli che si atteggiano a vostri maestri.
La saluto cordialmente
Suo, Ardengo Soffici".
Davvero di grande rilievo i contenuti della missiva, infatti, l'affresco di Francesco d'Assisi realizzato per il comune di Pistoia dal Soffici è l'unica commissione pubblica portata a termine dal celebre pittore.
Degna di nota anche la menzione critica al Manifesto della Pittura Murale, pubblicato dal celebre artista futurista Mario Sironi con le sottoscrizioni di Carlo Carrà nel dicembre 1933.