Autografo di Luigi Pirandello Lettera Prigionia Figlio Prima Guerra

Straordinaria lettera interamente autografa e firmata del celebre scrittore e vincitore del Premio Nobel per la Letteratura Italiana Luigi Pirandello, indirizzata al regista italiano Virginio Talli e redatta a Roma il 4 agosto 1918.

La missiva, dai contenuti estremamente personali e critici può essere divisa in tre parti: Critica al quotidiano "Messaggero" di Firenze; Delusione e rabbia per la prigionia del figlio in Austria; comunicazioni riguardo i prossimi spostamenti.

La prima parte della lettera riguarda una critica al quotidiano "Il Messaggero" di Firenze, in particolare nella figura del direttore Italo Carlo Falbo, che Pirandello definisce "un uomo di imperdonabile leggerezza", poiché aveva pubblicato sul suo giornale un "titolo volgare, da giornalucolo di provincia".

La lettera prosegue con un Pirandello preoccupato per le condizioni di salute del figlio Stefano (anche lui celebre autore), prigioniero degli Austriaci nel campo di lavoro di Mathausen da due anni e dieci mesi. Tale è la paura da far pensare a Pirandello di non riuscire più a vederlo. (il figlio per fortuna verrà poi liberato un anno dopo la fine della Grande guerra a seguito dell'Armistizio).
Pirandello negli anni di prigionia del figlio Stefano invierà ingenti somme di denaro, cibo, vestiti e perfino 500 sigarette fatte a mano da lui stesso e dalla moglie; fu così prodigato per la liberazione del figlio da chiedere persino in Vaticano, in particolare nella figura del Cardinale Gasparri, un aiuto per il figlio Stefano anche se molto scettico: "Ho così scarsa fiducia ormai!"

Gli Austriaci considerarono Stefano Pirandello come uno dei prigionieri più importanti, dato che nel corso delle trattative per lo scambio di prigionieri chiesero tre Generali catturati durante la guerra.

Termina la lettera con informazioni di carattere personale.

Lettera di grandissimo interesse ed estremamente rara.