Autografi di Cesare Rossi Lettera Incontro Parigi


Autografi di Cesare Rossi Lettera Incontro A Parigi Esule Latitanza Dattiloscritto Delitto Matteotti


Straordinario lotto del gerarca fascista e co-imputato del delitto Matteotti, Cesare Rossi, su lettere redatte a Parigi l'8 e 9 febbraio 1927 unite al prezioso memoriale composto da ben 99 pagine dattiloscritte.

Il pregiato e rarissimo lotto è così composto:


- N° 2 lettere autografe del gerarca fascista redatte durante la sua permanenza da esule a Parigi dopo esser sfuggito alla prigionia in Italia.


- N° 1 dattiloscritto "Memoriale Cesare Rossi" redatto in sua difesa per il delitto Matteotti e i rancori fascisti verso la sua figura (99 pagine dattiloscritte).



Di seguito la descrizione di ciascun articolo del lotto.

- Lettera autografa di Cesare Rossi redatta l'8 febbraio 1927 a Parigi.

Con questa lettera il gerarca comunica al destinatario di trovarsi nella capitale francese e che consegnerà attraverso la sua assistente (De Bernardon) alcuni documenti (molto probabilmente il memoriale) che vuole far pervenire al destinatario. La missiva termina spiegando che, vista la difficile situazione di esuli, sarebbe meglio evitare un incontro alla luce del sole.

- Lettera autografa di Cesare Rossi redatta il 9 febbraio 1927 a Parigi.

Nella missiva il Rossi comunica che la sua assistente si è recata presso l'abitazione di un personaggio noto e spera che attraverso quella lettera lui riesca a fargli avere un appuntamento; la missiva termina riferendo alcuni dettagli per la riconsegna della stessa missiva il giorno seguente.

- Dattiloscritto memoriale Cesare Rossi, redatto molto probabilmente tra il 1926 e 1927 e contenente la verità del Rossi nei confronti della situazione politica in Italia al momento del delitto Matteotti.
A differenza degli altri memoriali pubblicati, data la sua copiosità, possiamo ritenere che questo importante dattiloscritto uno dei più completi mai redatti da Cesare Rossi.

Il memoriale è suddiviso in 5 capitoli e si prefigge l'obiettivo di fornire al lettore una spiegazione degli eventi che portarono il governo di Benito Mussolini al sequestro e all'omicidio del politico comunista Giacomo Matteotti:

I capitoli sono così suddivisi:

Capitolo 1: "Le mie funzioni, le mie idee e gli altri giudizi al momento del Delitto Matteotti".

Nel primo capitolo del Memoriale Cesare Rossi spiega il suo ruolo all'interno del Partito Fascista: Capo Ufficio Stampa della Presidenza del Consiglio e del Ministero dell'Interno, membro del Quadrumvirato del Partito Nazionale Fascista, membro del Gran Consiglio, Consigliere Comunale di Milano, Vice Presidente dell'Associazione dei Comuni Italiani.

Cesare Rossi tiene a specificare che gli alti ranghi del partito consideravano lui come "Eminenza Grigia" ovvero una delle persone che più avevano la capacità di plasmare le idee di Mussolini, cosa puntualmente smentita dal Rossi. Egli si considerava solamente come un uomo tra i più moderati all'interno del Partito e colui che più di tutti aveva collaborato per dare credibilità politica al movimento di Mussolini, che dopo la Marcia su Roma aveva bisogno di consolidarsi da un punto di vista politico e formale.

Capitolo 2: "I rancori fascisti verso di me"

Cesare Rossi analizza tutte le personalità del fascismo che nutrivano rancore nei suoi confronti. Vengono menzionati, tra gli altri, Farinacci, Il Generale de Bono, Italo Balbo, tutti e tre ricoprenti alte cariche nel Regime: De Bono e Italo Balbo erano a capo della Polizia di Stato, mentre Farinacci era Ras di Cremona e capo di una delle fazioni più militarizzate e brutali del fascismo.

Rossi entra nei dettagli spiegando che il Generale de Bono e Italo Balbo gestivano i rifornimenti dell'esercito con contratti privati e a loro discrezione; era infatti sotto l'occhio di tutti che gestissero i contratti di approvvigionamento armi dell'Esercito per un tornaconto personale, conferendo armi ed armamenti a loro piacimento. L'onorevole Farinacci (uno dei più grandi sostenitori del fascismo armato) era stato uno dei più grandi nemici personali del Rossi, sin dai tempi del fascismo agrario del 1921 e della difesa dell'Associazione Combattenti di Cremona, fazione che rivaleggiava contro Farinacci nel controllo della città. Questi avevano paura della posizione ambigua di Cesare Rossi, visto che comportamenti simili (da parte di De Bono, Balbo e Farinacci) avevano portato l'espulsione dell'Onorevole Massimo Rocca dal partito, pena poi commutata in una sospensione di tre mesi dalle cariche.

Capitolo 3: "La CEKA, Marinelli e Dumini". C

Cesare Rossi descrive minuziosamente la fondazione della CEKA Fascista, meglio conosciuta come CEKA del Viminal.
La CEKA era il corpo di polizia Politica del Governo, voluta dallo stesso Mussolini, con a capo Marinelli, uno dei Quadrumviri e tesoriere del Partito e Amerigo Dumini, reduce mutilato di guerra, personaggio di spicco dei giochi di palazzo del fascismo.
Cesare Rossi spiega tutte le sue rimostranze nel creare un corpo di polizia che avesse come obiettivo l'eliminazione dei nemici politici del partito, quando il fascismo era già al governo e già disponeva dei mezzi coercitivi a disposizione dello Stato.
Due figure chiave nel delitto Matteotti saranno sicuramente i sopracitati Amerigo Dumini e Giovanni Marinelli, uno come mandante (Marinelli fu condannato a 18 mesi di carcere) e uno come materiale esecutore del sequestro (Amerigo Dumini fu ritrovato in una stazione ferroviaria mentre cercava di scappare con dei vestiti insanguinati dell'Onorevole Matteotti nella borsa e fu infatti condannato a 5 anni e 11 mesi, poi amnistiati dal Re in persona).

Capitolo 4: "Le giornate del Delitto ed il contegno di Mussolini".

In questo capitolo sono descritti tutti gli eventi che hanno caratterizzato quei giorni, dal celebre discorso di Matteotti alla Camera fino all'arresto del Rossi e degli altri fascisti implicati nel delitto.
In questa parte si riscontra un'aspetto personale di Cesare Rossi diverso da quello emerso dalla verità processuale: nel momento della decisione di Mussolini, insieme ai capi della CEKA Marinelli e Dumini, di eliminare l'Onorevole Matteotti, Cesare Rossi si trovava a pranzo con dei parenti di Velletri, ritenendosi completamente estraneo ai fatti.
Nelle lunghe pagine seguenti vengono descritte le strane reazioni di Mussolini, come se fosse stata eseguita una normale azione contro un gruppo di criminali politici e non come un omicidio di Stato che vedeva coinvolte le più alte cariche statali; vengono inoltre descritte nei minimi dettagli le varie azioni di preparazione e svolgimento dell'omicidio, con una grande attenzione ai dettagli.

Nel quinto e ultimo capitolo vengono descritte le accuse dei fascisti nei confronti del Rossi, si analizzano i memoriali del Generale de Bono e del politico Aldo Finzi, ucciso poi nelle Fosse Ardeatine nel 1944; sono inoltre presenti numerosi trascrizioni integrali dei processi che furono celebrati per l'omicidio Matteotti e numerosi commenti di personalità politiche importanti, come lo stesso Mussolini, Farinacci e della stampa Italiana.

Il presente memoriale, unitamente alle lettera autografe del Rossi, costituiscono a distanza di 100 anni un fondamentale documento storico che prova a far luce in modo del tutto inedito su uno degli avvenimenti più controversi e dibattuti della storia politica italiana.


Autografo Venduto in Asta

Dettagli autografo

Codice autografo: AST0924

Data autografo: 1927

Pagine: 103

Pagine manoscritte: 2

Condizioni: Ottime

Dimensioni: 29x21 cm

Questo autografo è certificato da Associazione Autografia Periti Calligrafici Certificatori e garantisce al 100% l'autenticità. Il certificato non ha limiti di tempo ed è valido in tutto il mondo.