Camillo Prampolini (Reggio nell'Emilia, 27 aprile 1859 – Milano, 30 luglio 1930) è stato un politico socialista italiano.
Camillo Prampolini nacque il 27 aprile 1859 a Reggio Emilia da Luigi Eugenio, un ragioniere capo del Comune di Reggio Emilia verso il quale nutriva molta stima, e da Maria Luigia Casali, con la quale Camillo ebbe sempre un ottimo rapporto. Il nonno paterno era un magistrato, mentre il nonno materno un medico: quindi si può dedurre che la famiglia apparteneva alla medio-alta borghesia, con probabile orientamento politico verso il liberismo conservatore. Camillo fu educato seguendo le regole cattoliche, del rispetto e del dovere: sulla formazione della sua personalità ebbero molta influenza i soggiorni in campagna con i nonni materni a Villa Massenzatico, in quanto Camillo sperimentò un lungo contatto con la natura, conobbe la vita dei contadini e le loro faticose condizioni di lavoro, apprese che i più poveri potevano essere aiutati, grazie al nonno che prestava gratuitamente le cure ai contadini che coltivavano il proprio appezzamento.
La sua educazione scolastica fu tradizionale: frequentò il Ginnasio nel 1869 spiccandone come miglior studente. Attraverso le discussioni intraprese insieme ai compagni il dibattito sull'esistenza di Dio durante le lezioni di filosofia, già a 11-13 anni cominciò a dubitare della propria fede, interessandosi invece alla fisica che, li pareva offrire maggiori spunti per la conoscenza del mondo. Nel 1877 intraprese gli studi universitari, iscrivendosi alla facoltà di giurisprudenza a Roma, per poi passare nel 1879 a quella di Bologna dove si laureò nel 1881 con una tesi sul diritto al lavoro contrastante con l'idea dell'assolutezza del diritto di proprietà. Nel 1882 ci fu il debutto politico di Prampolini fu infatti attraverso la rivista Lo Scamiciato, giornale internazionalista reggiano, che nacque con lo scopo di diffondere lo spirito di uguaglianza. Il 17 maggio del 1883 muore di tisi la madre, dopo una lunga sofferenza: questo evento incise molto sulla stabilità emotiva di Prampolini, tanto che cercò di realizzarsi sul piano lavorativo; tentò anche di accedere alla carriera burocratica, ma venne sconsigliato dall'amico Turati, che aveva intuito quanto la sua decisione era dovuta allo stato d'animo pieno di angoscia di Prampolini.
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