Correnti Cesare

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Cesare Correnti (Milano, 3 gennaio 1815 – Lesa, 4 ottobre 1888) è stato un funzionario, patriota e politico italiano.

Figlio di Giuseppe Correnti, proveniente da un'antica famiglia del patriziato milanese in non floride condizioni economiche, e di Teresa Gerenzani, Cesare Correnti compì i primi studi al collegio Longone di Milano, per poi essere ammesso nel 1833 nel Collegio Ghislieri, dove, grazie ad amicizie come Agostino Depretis e letture "clandestine", coltivò le sue idee politiche e patriottiche. Iscrittosi alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Pavia, dove si laureò nel 1837, Correnti decise di intraprendere la carriera nell'amministrazione asburgica che allora controllava il Regno Lombardo-Veneto, dedicandosi anche a studi economici e politici. Il giovane funzionario scrisse nel 1844-1845 numerosi articoli per gli Annali di statistica sulle condizioni sociali ed economiche delle provincie lombarde, oltre a collaborare al periodico "Rivista europea", sul quale scrisse, nel 1845, un articolo intitolato La scuola alessandrina. L'impegno politico Ben presto Cesare Correnti diventò un oppositore del dominio austriaco in Lombardia: il suo contributo più importante prima alla causa nazionale prima dei moti del 1848 fu la pubblicazione, nel 1847 di un opuscolo anonimo, L'Austria e la Lombardia, che era una requisitoria contro il governo asburgico, accusato di soffocare la libertà nazionale italiana e limitare il progresso economico del Paese. Fu inoltre tra gli agitatori dei fatti che precedettero le Cinque giornate di Milano, alle quali partecipò attivamente, stendendo con alcuni amici l'ultimatum da presentare alle autorità austriache. Dopo la cacciata delle truppe austriache dalla città, Correnti ricoprì la carica di segretario del Governo provvisorio lombardo, allineandosi alle posizioni più moderate in seno al governo che volevano il plebiscito di annessione con il Regno di Sardegna di Carlo Alberto di Savoia. Dopo la stipula dell'Armistizio Salasco tra piemontesi e austriaci, Correnti si rifugiò in Piemonte, dove venne eletto deputato per la II Legislatura del Regno di Sardegna per il collegio di Stradella. In questa occasione non mancò di criticare l'operato del governo sardo, che aveva denunciato l'armistizio e ripreso la guerra, in occasione dei giorni dell'insurrezione di Brescia, coincidente con la disastrosa battaglia di Novara, che segnò l'abdicazione di Carlo Alberto a favore del figlio Vittorio Emanuele II. Datosi nel frattempo all'attività di giornalista, Correnti rimase tra i banchi dell'opposizione fino alla fine del 1854, quando appoggiò il disegno di Cavour di far entrare il Piemonte nella Guerra di Crimea a fianco di Francia e Regno Unito. Accostatosi quindi al primo ministro, il politico italiano, dopo la Seconda Guerra d'Indipendenza e la liberazione della Lombardia, contribuì al riordinamento del nuovo territorio, tentanto, senza successo, di contrastare l'eccessivo centralismo tipico della mentalità sabauda.


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