Ludovico Lipparini (Bologna, 17 febbraio 1800 – Venezia, 19 marzo 1856) è stato un pittore italiano.
Nato a Bologna, si trasferì nel 1817 a Venezia per studiare con il pittore Liberale Cozza e poi con Teodoro Matteini, dell'Accademia di Belle arti. Divise il proprio studio con Francesco Hayez che lo ritrasse nella figura del messaggero nel dipinto Pietro Rossi prigioniero degli Scaligeri (1818) e in gara con Hayez e altri pittori Lipparini dipinse la sua prima opera importante, il Filottete ferito (1820).
Per studiare le opere degli artisti del passato, dal 1821 viaggiò a Roma, a Napoli, a Firenze e a Parma. Tornato a Venezia nel 1823, dipinse un neoclassico Giuramento degli Orazi e una Maria Maddalena orante nel deserto, acquistato dal principe Felice Baciocchi. Presentati a Bologna, i dipinti gli procurarono la nomina a socio onorario dell'Accademia bolognese di Belle arti.
A Venezia, nell'aprile del 1824 sposò la pittrice di paesaggi Anna Matteini (1782-1878), figlia di Teodoro, che gli diede tre mesi dopo la figlia Elisabetta: i Lipparini vennero rappresentati quello stesso anno nel suo Ritratto di famiglia. Numerosi i ritratti eseguiti dal Lipparini, anche per importanti personaggi quali il principe di Metternich o il maresciallo francese Auguste Marmont, oltre a tre versioni del suo protettore Leopoldo Cicognara, «una delle sue opere più riuscite per finezza d'introspezione psicologica»
Nel 1831 morì il suocero Teodoro Matteini e Lipparini gli succedette nella cattedra di figura all'Accademia di Venezia. Dalla seconda metà degli anni Trenta, seguendo le tracce di Francesco Hayez, l'interesse di Lipparini si volse alla storia medievale, come testimoniano il Marin Faliero del 1835 o il Vittore Pisani liberato dal carcere del 1840, ordinatogli dall'imperatore d'Austria Ferdinando I. Di quell'anno è anche la pala d'altare per la chiesa triestina di S. Antonio Nuovo Le sante martiri aquileiesi Eufemia, Tecla, Erasma e Dorotea, «caratterizzata da forme nitide e smaltate e da un impianto scenografico memore della grande tradizione pittorica bolognese, di cui Antonio Basoli era stato l'ultimo rappresentante».
Un altro tema toccato da Lipparini fu la moderna rivoluzione greca, vista con favore tanto dai liberali che dagli assolutisti, come il Costantino Ipsilanti, eseguito per Francesco Arese, il Suliotto che medita sulle condizioni della patria, per la granduchessa Elena di Russia, La morte di Marco Botzaris, per il Metternich, o Una barca dei greci, per Maria Elisabetta di Savoia-Carignano.
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