Giovanni Bernardo De Rossi (Sale Castelnuovo, 25 ottobre 1742 – Parma, 23 marzo 1831) è stato un presbitero, orientalista e bibliografo italiano, studioso della letteratura giudaica medievale, raccolse una vasta collezione di scritti ebraici conservata nella Biblioteca Palatina di Parma.
La prima opera importante, nella quale è possibile identificare i filoni di interesse e le loro connessioni con la teologia (per poter discutere con successo con gli Ebrei occorre padroneggiane la lingua e conoscere a fondo la letteratura rabbinica) è il De praecipuis caussis del 1769 che gli aprì le porte della ricerca universitaria: nell'ottobre 1769, su segnalazione del Paciaudi, fu infatti nominato dal Tillot (che l'anno precedente aveva espulso i Gesuiti dal ducato di Parma) professore di lingue orientali presso l'Università di Parma, posizione che mantenne per il resto della sua vita.
Con la cattedra il De Rossi ricevette anche l'incarico di redigere un "carmen polyglottum" per le nozze del duca Ferdinando I con Maria Amalia d'Asburgo-Lorena. Il carme del De Rossi venne stampato dal Bodoni: anzi, è la prima opera uscita dai torchi della nuova "Regia tipografia" che Bodoni aveva impiantato a Parma dopo la sua chiamato nel marzo 1768. Il carme segna pertanto l'inizio della lunga e importante collaborazione fra il De Rossi e il Bodoni. Nel 1775 Bodoni stampò l'Epithalamia exoticis linguis reddita del De Rossi, opera che fece epoca per l'uso delle diverse lingue utilizzate (amarico, palmireno, yiddish, gotico, russo, tibetano, georgiano, ecc. e relativi caratteri tipografici molti dei quali compaiono per la prima volta in un testo stampato in occidente.
Dal 1775 in poi De Rossi si dedicò quasi esclusivamente a lavori di bibliografia ebraica ed alla raccolta delle varianti del testo biblico. Per portare avanti le sue ricerche dedicò ogni sforzo, anche finanziario, alla costituzione della propria biblioteca privata (il "gabinetto") che, col passar del tempo, divenne una delle principali raccolte europee di manoscritti e stampati ebraici. Strinse rapporti con eruditi e bibliofili (Giovanni Battista Audiffredi, Stefano Borgia, ecc.) La sua biblioteca venne ceduta il 13 giugno 1816 alla Biblioteca di Parma in cambio di un vitalizio. Il 29 dicembre 1821 venne collocato a riposo dall'Università di Parma, nominato «professore emerito ed onorario» e fatto cavaliere dell'Ordine Costantiniano di San Giorgio.
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