Emanuele Gianturco (Avigliano, 20 marzo 1857 – Napoli, 10 novembre 1907) è stato un giurista e politico italiano.
Nato ad Avigliano, in provincia di Potenza, studiò a Napoli, dove si laureò in Giurisprudenza e ottenne il Diploma di Maestro di Musica al Conservatorio di San Pietro a Maiella. Ricoprì diverse cariche governative: 1893 Sottosegretario di Stato di grazia e giustizia - primo governo di Giovanni Giolitti (15 maggio - 22 ottobre) 1896 Ministro della Istruzione Pubblica - II governo di Antonio di Rudinì (10 marzo - 11 luglio)189 6-1897 Ministro della Istruzione Pubblica - III governo Rudinì (11 luglio 1896 - 17 settembre 1897); in questa veste dispose l'acquisizione allo Stato e la pubblicazione dei manoscritti leopardiani appartenenti all'eredità Ranieri 1897 Ministro di Grazia e Giustizia e dei Culti (18 settembre - 14 dicembre)1900-1901 Ministro di Grazia e Giustizia e dei Culti - governo Saracco (24 giugno 1900 - 15 febbraio 1901) 1906-1907 Ministro dei Lavori Pubblici (29 maggio 1906 - 6 novembre 1907)
Fu tre volte vicepresidente alla Camera dei deputati del Regno d'Italia. Gianturco, oltre che politico, fu - assieme ad altri giuristi come gli Scialoja, Nicola Coviello, Nicola e Giuseppe Stolfi - uno dei capifila della "Scuola Napoletana" di diritto civile. Portò contributi di rilevante interesse al dibattito giuridico del periodo a cavallo fra diciannovesimo e ventesimo secolo, di particolare fioritura in tale campo del diritto: convinto che i grandi cambiamenti sociali e culturali del suo tempo e della conseguente crescente insufficienza del tradizionale approccio liberale e borghese al diritto privato, ne propugnò un rinnovamento auspicando l'avvento di un "diritto privato sociale" che fosse in grado di dare risposte alla nascente società di massa.
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