Serafino Sordi (Centenaro di Ferriere, 3 febbraio 1793 – Verona, 17 maggio 1865) è stato un gesuita, filosofo e scrittore italiano.
Nel 1819 divenne insegnante di filosofia nel Collegio di Ferrara e nel 1823 passò a Reggio Emilia come insegnante di logica, metafisica ed etica e con la carica di prefetto della biblioteca civica. A Reggio Emilia si distinse e acquistò stima e fama tanto che il padre Generale della Compagnia Luigi Fortis lo propone al padre Pavani, provinciale d'Italia, come professore di logica nel Collegio Romano.
Dal 1829 al 1834 venne mandato a Modena, al collegio San Bartolomeo, come professore di logica, metafisica ed etica. Qui, ispirandosi ai rivolgimenti culminati con la cattura di Ciro Menotti, pubblicò l'opuscolo “Catechismo delle rivoluzioni”. In questi anni strinse amicizia con il gesuita Giuseppe Pecci. Attraverso quest'amicizia padre Serafino potrà esercitare il suo influsso anche su suo fratello, cardinale Gioacchino Pecci che, divenuto poi Papa, con l'Enciclica Aeterni Patris proporrà a tutte le scuole cattoliche le dottrine di San Tommaso d'Aquino[6].
Nel 1834 venne inviato a Forlì e poi a Spoleto dove insegnò teologia morale. Nel 1836 venne nominato Rettore del Collegio di Orvieto.
Nel 1852 fu nominato Preposto della Provincia Romana fino al 1856. Padre Serafino governò quella Provincia con rara prudenza e grande spirito di bontà.
Nel 1859 passò al Collegio degli scrittori della Civiltà Cattolica con l'incarico di scrittore e padre spirituale della comunità. Contribuì in questi tre anni al fiorire della rivista componendo con padre Taparelli una serie di articoli.
Nel 1863 fu chiamato all'Aloisianum di Verona come Prefetto degli studi dei giovani religiosi che qui studiavano filosofia. A Verona cessò di vivere per malattia cardiaca il 17 maggio 1865.
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