Giuseppe Albini (Bologna, 22 gennaio 1863 – Bologna, 7 dicembre 1933) è stato un filologo, latinista e politico italiano.
Discepolo del Carducci, insegnò giovanissimo grammatica latina e greca e succedette a Giovanni Battista Gandino nella cattedra di filologia latina, che mantenne fino alla morte. Nell'ateneo bolognese ricoprì le cariche di preside della Facoltà di lettere e filosofia (1912-1918) e Rettore dell'Università (1927-1930).
Scrisse poesie in italiano e in latino, curò edizioni di Persio, Dante, Giovanni del Virgilio; tradusse l'opera omnia di Virgilio fra cui emergono le Georgiche in endecasillabi; scrisse alcuni saggi, ma raramente approfondì i temi della grande letteratura. Fu membro della Deputazione di storia patria per la Romagna, socio corrispondente dell'Accademia delle scienze, lettere e arti di Padova e dell'Accademia Virgiliana di Mantova.
Partecipò al Certamen poeticum Hoeufftianum di Amsterdam vincendo la medaglia d'oro nel 1919 con il carme Vercingetorix e la gran lode cinque volte con Sponsa nautae (1882), Ad Vergilium (1885), Ad Bononiam (1888), Ravenna (1911) e Aeriae voces (1912).
Iscritto al partito fascista dal 1925, ebbe una brillante carriera politica. Fu consigliere comunale e dal 1924 senatore del Regno. Per la sua carica ebbe funerali memorabili e persino Concetto Marchesi non esitò a tesserne l'elogio sulla rivista del Comune, come di uno dei massimi maestri dell'Università di Bologna. È sepolto alla Certosa di Bologna.
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