Eva Giovanna Antonietta Cattermole, più nota come Evelina o Lina Cattermole (Firenze, 26 ottobre 1849 – Roma, 30 novembre 1896), è stata una scrittrice e poetessa italiana. Scrisse anche novelle e opere in prosa. La parte più rilevante della sua produzione è firmata con lo pseudonimo Contessa Lara.
Nel 1884 Eva era una scrittrice affermata, e vari poeti le dedicavano versi. Tra il 1884 e il 1894, Eva compose la raccolta di liriche Nuovi versi. Intanto collezionava amori più o meno stabili, favoriti dalla sua fama e dalla sua bellezza, cercando la felicità e il vero amore, e incontrando anche uomini che approfittavano della sua ingenuità e generosità.
Nel corso del 1886 Eva si spostò molto, toccando Parma, Milano, Firenze, per poi stabilirsi a Roma, dove poteva più facilmente trovare lavoro. La sua amicizia con il siciliano Giovanni Alfredo Cesareo, di 12 anni più giovane di lei, con cui aveva collaborato presso la rivista Nabab nel gennaio del 1885, si tramutò in una relazione stabile, durata fino al 1894. Fu per lei come ritrovare le gioie di una vera famiglia, a cui aveva sempre anelato. Considerò la relazione come un matrimonio vero e proprio, come si legge nelle sue liriche.
Tra il 1886 e il 1895 Eva scrisse molte delle sue opere di prosa (Così è, L'innamorata, Novelle di Natale, Una famiglia di topi e Il romanzo della bambola) e ripubblicò Storie d'amore e di dolore. Inoltre, nel 1886 pubblicò E ancora versi a Firenze, per i tipi di Sersale.
A Roma Evelina tenne un salotto musicale che aveva molto successo: lo frequentarono, tra gli altri, Arturo Graf, Angelo De Gubernatis, lo scultore statunitense Moë Ezekiel, il pittore Guido Boggiani, lo scultore Niccolini, la pittrice Anna Forti, Luigi Capuana, lo scrittore Pierre Loti, e alcuni parlamentari. D'estate si recava in vacanza a Riva Trigoso. Manteneva buoni rapporti con Matilde Serao, nonostante avesse scritto una recensione negativa ai suoi Versi di Cattermole del 1883.
Nel novembre del 1894 terminò la relazione di Eva con Giovanni Alfredo Cesareo: la scrittrice visse una lieve depressione e si lasciò un po' andare. Nello stesso anno De Gubernatis mandò a casa di Eva un suo collaboratore alla rivista Vita italiana, Giuseppe Pierantoni, che doveva adattare per la rivista i figurini francesi alla sensibilità italiana. Cattermole collaborava con la rivista, sulla quale teneva una rubrica di moda. L'uomo, che aveva 25 anni all'epoca, era un pittore napoletano di scarso talento e conduceva una vita di stenti. Eva cominciò ad aiutarlo, raccomandandolo ai propri amici e invitandolo a cenare da lei. Nel febbraio del 1895 la relazione tra i due diventa di natura sentimentale e intima.
Convissero nella casa di Eva, in via Sistina (o via di Capo le Case, secondo altre fonti), con i soli introiti del suo lavoro. Cattermole ebbe modo di ricredersi più di una volta sulla propria generosità, che l'aveva spinta ad aiutare con ogni mezzo un uomo che si rivelò scarsamente propenso al lavoro, manesco e possessivo. Eva non riusciva ad allontanarsi da lui, nonostante un giorno di maggio 1896 l'avesse chiuso fuori di casa: Pierantoni era rientrato con la forza, passando da una finestra, e lei non riusciva a liberarsene. Alcuni amici la consigliarono di recarsi alla Questura e di denunciarlo, ma lei temeva la sua reazione.
Nell'estate del 1896, si recò in villeggiatura in Liguria, dove ebbe modo di incontrare un amico di sempre, Ferruccio Bottini, che stava raggiungendo la propria nave a La Spezia: Eva gli confidò i suoi problemi, e lui la invitò a lasciare il convivente e a rifugiarsi a Livorno, ospite della sua famiglia. Le comprò anche un revolver da tenere in borsetta per maggior sicurezza.
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