Domenico Guglielmini (Bologna, 27 settembre 1655 – Padova, 27 luglio 1710) è stato un matematico, chimico e medico italiano.
Dopo un iniziale periodo di incertezze, decise di dedicarsi alla matematica e alla medicina, diventando membro dell'Accademia della Traccia o dei Filosofi, fondata secondo un'impostazione filosofico-sperimentale. Laureatosi nel 1678 in medicina con Marcello Malpighi all'Università di Bologna, studiò contemporaneamente anche matematica con Geminiano Montanari. I suoi primi scritti matematici riguardarono l'astronomia, ma successivamente si orientò verso lo studio dell'idraulica, dove ottenne importanti riconoscimenti. Nel 1686 fu nominato "intendente generale delle acque" nel Bolognese, un incarico importante a causa del gran numero di corsi d'acqua esistenti nella zona e per le frequenti inondazioni che ne rendevano necessaria la sorveglianza. L'esperienza fu utile per la sua opera di idraulica fluviale Della natura dei fiumi (1697), considerato il fondamento dell'idraulica fluviale moderna e comprendente i frutti dei lavori e delle riflessioni di un decennio di applicazioni idrauliche. Sposò la bolognese Costanza Gioannetti e dal matrimonio nacquero tre figlie e un unico maschio, Giuseppe Ferdinando, che divenne biografo del padre. Nel 1690 fu nominato professore di matematica all'Università di Bologna e nel 1694 anche di Idrometria nella stessa Università, cattedra creata appositamente ex novo per lui.
La fama nella gestione delle acque fluviali spinse la Repubblica di Venezia a nuovi incarichi di idraulica e nel 1698 alla chiamato all'Università di Padova come professore di matematica e astronomia. I costumi dell'epoca imponevano che i docenti di matematica fossero anche chiamati a collaborare con lo stato per la creazione di opere d'ingegneria di rilevante interesse pubblico. Guglielmini è così chiamato, nel 1700, a restaurare le fortificazioni di Castelnuovo nel golfo di Cattaro in Dalmazia (oggi Montenegro).
A Padova Guglielmini continuò anche gli studi di medicina tanto che nel 1702, dopo che per dimissioni di Pompeo Sacchi (1634-1718) si era liberata la cattedra, fu nominato anche professore di medicina. Conservò le due cattedre nell'università patavina fino alla sua morte precoce. Alla fine del 1709 cominciò una patologia caratterizzata da vertigini, convulsioni, e stato confusionale che l'obbligarono a sospendere le lezioni universitarie e lo portarono a morte, a soli 54 anni di età, dopo otto mesi di sofferenza, per emorragia cerebrale. Fu sepolto nella chiesa di San Massimo in Padova (dove sarà seppellito anche il grande Giovanni Battista Morgagni, che di Guglielmini fu biografo ed editore) e gli fu eretto un sontuoso monumento nella Basilica di Sant'Antonio da Padova.
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