Fernando (detto Ferrante) Francesco d'Avalos Marchese di Pescara (Napoli, 1490 – Milano, dicembre 1525) è stato un celebre condottiero italiano.
Come nobile del partito aragonese di Napoli, sostenne Ferdinando II d'Aragona nelle sue campagne militari in Italia.
Poi, come generale della Corona spagnola, partecipò alle Guerre Italiane. Fu comandante in capo dell'esercito imperiale (Asburgico) in Italia durante le guerre tra gli Asburgo di Spagna e dell'Impero e i Valois di Francia e sconfisse i francesi alla battaglia della Bicocca ed a quella decisiva di Pavia.
Nel 1512 comandò un reparto di cavalleria leggera nella battaglia di Ravenna dove fu ferito e preso prigioniero dai francesi. Grazie all'intervento di uno dei più eminenti generali dell'esercito francese, l'italiano Gian Giacomo Trivulzio, che gli era parente per via di matrimonio, gli fu concesso di riscattarsi per 6.000 ducati, e fu rilasciato alla fine della guerra della Lega Santa.
Comandò la fanteria spagnola nella Battaglia de La Motta, o di Vicenza il 7 ottobre 1513. Fu in quell'occasione che chiese ai suoi uomini di preoccuparsi di calpestarlo prima dei nemici se fosse caduto. Dalla battaglia di Vicenza del 1513 fino a quella della Bicocca il 29 aprile 1522, continuò il suo servizio come comandante degli spagnoli come compagno, piuttosto che subordinato, di Prospero Colonna.
Dopo la battaglia della Bicocca, Carlo V nominò Prospero Colonna comandante in capo. D'Avalos, che si considerò defraudato, compì un viaggio a Valladolid in Spagna, dove si trovava in quel momento l'imperatore, per far valere le sue ragioni. Carlo V, col quale aveva avuto lunghi e confidenziali colloqui, lo convinse a sottostare, per il momento, al comando del Colonna. In questi incontri però, egli acquisì una certa confidenza con Carlo V. La sua origine e le sue simpatie spagnole lo segnalarono come un comandante più fidato in Italia di quanto lo sarebbe stato un italiano "puro".
Quando Francesco I invase l'Italia nel 1524, D'Avalos fu nominato luogotenente dell'imperatore per respingere l'invasione. Le difficoltà del suo ruolo furono enormi, dato che vi era grande malcontento nell'esercito, che era molto sotto-pagato. La tenacia, la pazienza ed il tatto di D'Avalos trionfarono su ogni ostacolo. La sua influenza sulle truppe dei veterani spagnoli e sui mercenari tedeschi ne garantì la fedeltà durante il lungo assedio di Pavia.
Il 24 febbraio 1525 sconfisse e prese prigioniero Francesco I con un brillante attacco durante la battaglia di Pavia, dove combatté anche suo cugino Alfonso III d'Avalos. Il piano di D'Avalos fu notevole per l'audacia e la perizia dimostrate nell'annientamento della cavalleria pesante francese attuato con degli assalti sui fianchi di archibugieri e cavalleria leggera. Si crede però che egli non fu soddisfatto del trattamento ricevuto dall'imperatore e Girolamo Morone, segretario del Duca di Milano, lo contattò con un progetto per cacciare dall'Italia i francesi, gli spagnoli ed i tedeschi e ottenere per sé il trono. D'Avalos potrebbe essere stato tentato, ma nei fatti si comportò lealmente, riferì dell'offerta a Carlo V e mise in prigione Morone. La sua salute, comunque aveva cominciato a peggiorare per gli sforzi e le ferite e morì di tisi a Milano pochi giorni dopo essere stato nominato governatore della città il 3 dicembre 1525.
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