Zurlini Valerio

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Valerio Zurlini (Bologna, 19 marzo 1926 – Verona, 26 ottobre 1982) è stato un regista e sceneggiatore italiano. 

Zurlini passa così alla Titanus e riesce a realizzare Estate violenta (1959), storia d'amore tra uno studente e una donna matura ambientata a Riccione negli anni della seconda guerra mondiale, e La ragazza con la valigia (1961), una delle migliori interpretazioni di Claudia Cardinale. Questi due film lo rivelano al grande pubblico come regista attento ai risvolti psicologici e all'introspezione drammatica dei personaggi.

Nel 1962 presenta alla Mostra di Venezia un film ancora una volta tratto da Pratolini, Cronaca familiare, che vince il Leone d'oro ex aequo con L'infanzia di Ivan di Andrej Tarkovskij. Segue nel 1965 la regia di Le soldatesse, una storia ambientata nel 1942 nella Grecia occupata dagli Italiani. Il film segna un momento di crisi nell'attività di Zurlini, che per la seconda volta si vede portar via un progetto (Il giardino dei Finzi-Contini, che verrà poi realizzato da Vittorio De Sica).

Nello stesso periodo, Zurlini ha l'opportunità di tornare al teatro per dirigere tre lavori, e di girare per la televisione alcune serie di filmati pubblicitari andati in onda in Carosello: tra questi ricordiamo gli spot per la Lebole (1964) con Armando Francioli e quelli girati con Mina per la Barilla in due serie (1965 e 1970).

Nel 1968 presenta a Cannes il suo lavoro successivo, Seduto alla sua destra, nato come film collettivo sul Vangelo (prevedeva cinque episodi diretti da cinque registi diversi), ma poi dilatato fino ad assumere le dimensioni di un film autonomo. Il film, ispirato alle vicende del Congo e di Patrice Lumumba, sarà molto contestato dalla stampa e quasi ignorato dal pubblico. Girato in sole due settimane e con un budget ridottissimo, Seduto alla sua destra si avvale comunque dell'apporto creativo di due collaboratori di talento, lo sceneggiatore Franco Brusati e il montatore Franco Arcalli.

Nel 1972 Zurlini torna al drammatico con La prima notte di quiete, interpretato e prodotto da Alain Delon, Sonia Petrova, Lea Massari e Giancarlo Giannini. Il soggetto risaliva a otto anni prima e faceva parte di un'ambiziosa trilogia mai realizzata, in cui si intrecciava il destino di una famiglia all'interno delle vicende dell'Italia coloniale. Film amaro e controverso, con la sceneggiatura dell'amico Enrico Medioli che aveva già scritto per lui La ragazza con la valigia, La prima notte di quiete all'inizio contestato dalla critica, viene molto apprezzato dal pubblico. Si rivela il maggior successo commerciale del regista e uno dei film più visti dell'anno. Il film è stato restaurato nel 2000 dalla Philip Morris.

Nel 1973 Zurlini si cimenta nella regia teatrale de La strega, con Anna Proclemer, Mario Feliciani, Daniela Nobili, Virgilio Zernitz. Autrice del lavoro è la stessa Proclemer, che si firma con lo pseudonimo di Elizabeth Berger. Intanto Zurlini comincia a lavorare a un progetto sulla vita di san Paolo, che non vedrà mai la luce. L'ultimo suo lavoro, la trasposizione cinematografica de Il deserto dei tartari di Dino Buzzati, risale al 1976. Molti registi avevano progettato di portare sullo schermo il romanzo di Buzzati, tra cui Antonioni e Jancsó. Zurlini riuscì a realizzare il progetto grazie alla pervicacia di Jacques Perrin, protagonista del film e suo principale finanziatore, e alla scoperta in Iran di una fortezza che si adattava perfettamente all'idea che il regista aveva in mente per ambientare la storia. Il cast di eccezione (oltre a Jacques Perrin, Vittorio Gassman, Giuliano Gemma, Helmut Griem, Philippe Noiret, Fernando Rey, Laurent Terzieff, Max von Sydow, Jean-Louis Trintignant, e con la partecipazione di Lilla Brignone, quale madre del Tenente Drogo) aiutò senza dubbio ad aver un buon successo di critica e di pubblico.


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