Umberto Gnoli (Roma, 1878 – Campello sul Clitunno,1947) Figlio del grande Domenico Gnoli, poeta e direttore della Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele. L’eredità paterna fu determinante nelle sue scelte di vita di studioso e di operatore culturale. Eredità materna fu invece l’attaccamento all’Umbria, patria di lei.
Gnoli studiò prima in un collegio di Spello e, subito dopo la laurea (argomento: l’arte romanica in Umbria), entrato nell’Amministrazione delle Belle Arti, venne destinato alla Pinacoteca di Perugia.
Qui, divenuto direttore e poi soprintendente per l’arte medievale e moderna dell’Umbria, lavorò per venti anni (interrotti dalla partecipazione alla guerra 1915-1918), pubblicando opere sull’arte umbra, sul Perugino e su Pittori e miniatori dell’Umbria. E all’Umbria era tornato negli ultimissimi anni. Ma Roma gli era nella mente e nel cuore. Difatti, compiuti viaggi in Italia ed in Europa (studiava chiese, musei e monumenti e faceva ricerche nelle biblioteche) e recatosi più volte negli Stati Uniti essendo divenuto rappresentante per l’Europa del Metropolitan Museum, prese stanza a Roma e subito dopo a Grottaferrata da dove scendeva ogni giorno per le ricerche da sagace indagatore, soprattutto nella Biblioteca Casanatense.
Così nacquero le sue opere della fase romana: Topografia e toponomastica di Roma, Alberghi e osterie di Roma nella Rinascenza, Cortigiane romane. Fu anche conferenziere brillante su argomenti storico-artistici e prese parte attiva alla vita del Gruppo dei Romanisti, collaborando intensamente alla Strenna fin dagli inizi.
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