Carlo Massarenti (Bologna, 10 marzo 1815 – Bologna, 18 aprile 1907) è stato un chirurgo, ginecologo e docente italiano.
Nell’Ospedale Abbandonati, Massarenti sperimentò parecchie tecniche come l’estrazione di un proiettile con l’ago-diagnosi o la disarticolazione dell’omero. Inoltre ideò un apparecchio per sopperire al distacco dei tendini estensori della gamba, consistente in due anelli di cuoio, uno sopra e uno sotto il ginocchio, riuniti nella parte anteriore mediante tessuto elastico con speciali cinghie che ne assicurano la solidità. Nello stesso ospedale egli imbalsamò mediante iniezioni nelle carotidi di una soluzione di acido arsenioso, la gamba di uno zappatore svizzero che dopo 12 anni era ancora ben conservata e passava dal Museo dell’Ospedale Maggiore al Museo d’Anatomia Patologica della R.Università. Riguardo ai mezzi anestetici in medicina e in chirurgia, Massarenti fu il primo ad usare il coralio a Bologna in una giovane affetta da epilessia. Favoreggiava il collodion elastico per le ferite da taglio, da fuoco e lacero-contuse per la doppia proprietà di essere antisettico e contentivo.
Massarenti è stato il più fedele sperimentatore di caustici in genere sui tessuti animali allo stato fisiologico e patologico e ha usato l’acido fenico, il nitrato d’argento, il nitrato di mercurio e l’acido-cromico con la glicerina. Egli affermò che dove l’epitelio della pelle e delle mucose è sano, l’applicazione di questi caustici è innocua e indolore, dove è patologico l’azione è dolorosa. In particolare il nitrato acido di mercurio fu utilizzato contro la difterite, mentre l’acido fenico per combattere processi puerperali localizzati e le comuni erosioni del muso di tinca. Massarenti inoltre inventò l’uvolotomo, uno strumento chirurgico nuovo, destinato a recidere le ugole ipertrofiche, comuni nei cantanti. Questo strumento consente di non dover fare un taglio obliquo all’ugola.
Massarenti inventò una sedia ginecologica in legno comoda per l’operatore e per la paziente. Attuò e perfezionò la tecnica del tamponamento endouterino, praticato nel 1868 con il percloruro di ferro e le iniezioni con la tintura di iodio nei casi di endometria fungosa, dei polipi uterini associati a frequenti e abbondanti menorragie e nei casi d’aborto; più tardi estese questa tecnica a processi puerperali localizzati, mostrandosi precursore del ginecologo tedesco Alfred Duhrssen. Fu inoltre il primo a proporre la stetoscopia cervico-uterina, come mezzo per scoprire precocemente l’inserzione anomala della placenta. Praticò per primo l’evoluzione pelvica artificiale con un uncino acuto nei casi ove la spalla del feto è scesa tanto in basso da rendere impossibile il rivolgimento. Descrisse questa tecnica nell’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna il 16 Maggio 1861. Fece fabbricare uno strumento chiamato vertebrotomo costituito di un uncino ottuso che fissa il collo e di un trapano che rompe la continuità delle vertebre cervicali. Fu un acceso sostenitore dell’uso della leva nei casi di stenosi pelviche in maniera da favorire lo sgusciamento del capo fetale. Nel 1886 rese noto un mezzo per diagnosticare la morte del feto nella cavità uterina e lo stato di gravidanza.
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