Per Pietro (1818-1883) e Paolo (1825-1868) Lollini, arrotini in una bottega la cui attività era iniziata nel 1836, cruciale si era rivelato l’incontro con Francesco Rizzoli, chirurgo agli inizi della sua brillante carriera, il quale era solito affidare a loro l’affilatura di strumenti chirurgici. I suoi suggerimenti li avevano spinti a costruire delle copie e poi a realizzarne dei nuovi, di concezione originale. Nel settore primeggiavano i costruttori inglesi e francesi, ma i fratelli Lollini si erano ben presto affermati per la qualità delle loro lavorazioni.
Lo testimoniano i premi, ben 21 dal 1851 al 1892, ottenuti nelle esposizioni in Italia ed all’estero, tra cui quelle mondiali di Londra e Parigi, nel 1862 e 1867, ed i rapporti con illustri chirurghi di Bologna e Firenze. Nonostante il prestigio acquisito, la gestione della Ditta aveva avuto momenti difficili: la costituzione nel 1864 di una Società in accomandita con 27 soci, poi sciolta nel 1879; un fallimento concordato nel 1888; la morte di Pietro e Paolo Lollini, negli anni Ottanta, con il subentro dei rispettivi figli Cesare (1850-1911) ed Augusto (1865-1954); lo spostamento della fabbrica da Via Belfiore a Via Riva Reno; le crisi del mercato ed il moltiplicarsi dei concorrenti. Gli 80 operai iniziali si erano ridotti a 25 nel 1882, poi risaliti a 40, con 10 falegnami a domicilio, nel 1899.
Non erano comunque mai venute meno le forniture al Servizio Sanitario del Ministero della Guerra, i cui ordinativi erano iniziati nel 1866, proseguendo fino alla fine del secolo. Augusto aveva lasciato nel 1903 la Ditta per le Officine Ortopediche Rizzoli, la cui gestione era stata affidata nel 1898 alla Fratelli Lollini, con un apporto di macchine e maestranze, e delle quali egli era fin d’allora tecnico-gerente. Lascerà questo incarico alla fine del 1915, trasferendosi a Milano per dirigere l’Officina Nazionale protesi per mutilati di guerra.
La Fratelli Lollini cessò l’attività nel 1908.
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