Cambiaggio Carlo

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Carlo Cambiaggio - Nacque il 12 dic. 1798 a Milano; figlio di un commerciante in seta, rimase orfano all'età di sei anni. Dopo aver frequentato, dal 1810, nel collegio di Parabiago il corso di belle lettere e filosofia diretto dal canonico Landini e da D. Reina, si dedicò al commercio. Intanto aveva studiato il violino con il maestro G. Cavinati e il contrabbasso con F. Rachelle; venne ammesso come accademico onorario al teatro Filodrammatico e, costretto ad abbandonare l'attività commerciale non troppo fortunata, si dedicò alla carriera di strumentista. Per undici anni suonò il contrabbasso a Milano al teatro Re, al Carcano, alla Canobbiana e ottenne anche una lunga scrittura alla Scala. Il maestro di cappella P. Bonfichi e i maestri P. Ray, S. Mayr e P. Brambilla si servirono di lui come contrabbassista nelle esecuzioni di musiche sacre. Nel 1829 iniziò la carriera di cantante buffo ed esordì nel carnevale a Varallo nell'Elisae Claudio di S. Mercadante, accompagnato da un'orchestra composta da tre violini, un flauto, un trombone e un contrabbasso. Cantò poi a Pavia e a Lecco; nell'estate era già a Milano al teatro Re e si affermò rapidamente come uno dei più promettenti cantanti buffi.

Dal 1832 in poi, il Cambiaggio si esibì nei principali teatri d'Italia, insieme con i più famosi artisti: fu tra l'altro al teatro Carcano e alla Canobbiana di Milano, al teatro Carlo Felice di Genova, al teatro S. Benedetto di Venezia, al teatro Valle e al teatro Argentina di Roma, alla Pergola di Firenze, al teatro Comunale di Bologna. Cantò alla Scala una sola volta, nel 1832, sostenendo nell'Inganno felice di Rossini la parte di Tarabotto.

Parallela a quella di cantante il Cambiaggio svolse attività d'impresario: nell'autunno 1832 e nel carnevale 1833 al teatro Carcano; nel 1836 al teatro Gallo di Venezia; alla fine del 1837 a Lisbona, come aiuto dell'impresario Porto e quindi ad Oporto come direttore del teatro; nel carnevale 1846 e 1848 a Roma, nell'autunno 1849 e nel carnevale 1850 a Venezia. Qui, al teatro S. Benedetto, il Cambiaggio, coimpresario con G. Gallo, presentò la farsa Crispino e la comare dei fratelli L. e F. Ricci; l'opera ebbe successo e molto lodati furono l'allestimento scenico e i costumi, realizzati senza badare a spese.

Il Cambiaggio fu anche autore di poesie in dialetto milanese, di duetti comici per sé e per sua moglie Antonia Raineri: uno musicato da L. Ricci fu inserito nel 1834 nella partitura dell'Elisir d'amore al teatro Carcano. Suoi sono alcuni libretti di opere buffe: Unterno al lotto, musica di A. Frondoni , Un'avventura teatrale, musica di A. Granara (Venezia, teatro S. Benedetto, 26 giugno 1836). Mise insieme anche spartiti-centone fra cui: Il ritorno di Columella dagli studi di Padova ossia Il pazzo per amore (Milano, teatro Re, 17 giugno 1842), rielaborazione della farsa di A. Passaro Il ritorno di Pulcinella da Padova (Napoli, teatro Nuovo, 27 dic. 1837); il C. verseggiò e musicò i recitativi (nell'originale senza musica e in dialetto napoletano) e aggiunse alla musica di V. Fioravanti nuovi pezzi scritti da E. Bauer; il Don Procopio, riduzione de I pretendenti delusi di G. Mosca, musicato da V. Fioravanti, da P. Tonassi, da un Mattei e da G. Consolini: si tratta di un libretto esile, senza intreccio, con molte situazioni comiche in cui campeggia la figura di don Procopio, un avaro ridicolo che il Cambiaggio creò per sé: ne aveva studiato con cura i gesti, la figura, le smorfie, le pose, il vestito e seppe renderne il carattere con molta verità e intelligenza. Il libretto del Don Procopio fu più tardi utilizzato da G. Bizet per l'opera omonima.

Cantò fino a tarda età: nel 1862 fu al teatro Carcano nel Barbiere di Siviglia, in una recita a beneficio della Società di mutuo soccorso degli artisti di teatro. Nonostante l'età, ottenne grande successo e affascinò il pubblico con la sua personalità di grande attore, anche se la sua voce non era più possente. Ritiratosi dalle scene, aprì a Milano un'agenzia teatrale. Morì a Milano il 13 apr. 1880, nel necrologio fu definito "il Nestore dei buffi italiani, l'ultimo dei grandi artisti della famosa scuola".



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