Giulio Viozzi (Trieste, 5 luglio 1912 – Verona, 29 novembre 1984) è stato un compositore, pianista, direttore d'orchestra e critico musicale italiano.
Il linguaggio musicale di Viozzi può essere classificato in un'area a metà strada tra il Novecento storico, memore della lezione di Leoš Janá?ek, Sergei Prokofiev, Maurice Ravel, Igor' Fëdorovi? Stravinskij e delle suggestioni della musica popolare, spesso di origine balcanica, con un senso ritmico che ricorda in certi casi quello di Béla Bartók; la tavolozza orchestrale e la facile e fluente vena melodica non gli fecero mancare il consenso positivo del pubblico.
In campo teatrale fuggì ai rischi di una ripresa del verismo, preferendo soggetti grotteschi e surreali.
Tecnicamente la musica di Viozzi si ricollega alle correnti novecentiste più reazionarie, strettamente legate al sistema tonale o al massimo ad un certo gusto armonico vicino all'impressionismo; le tecniche più evolute (dodecafonia, strutturalismo, postserialismo) vennero sempre da lui guardate con estremo sospetto.
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