Alfredo Casella (Torino, 25 luglio 1883 – Roma, 5 marzo 1947) è stato un compositore e pianista italiano.
Nel 1923, insieme con Gabriele D'Annunzio e il veneziano Gian Francesco Malipiero, fonda un'associazione per la diffusione della musica moderna italiana, la "Corporazione delle nuove musiche".
Nel 1926 l'editore modenese Angelo Fortunato Formiggini dà alle stampe la monografia di Casella su Igor Fëdorovi? Stravinskij, intitolata Strawinski (secondo la dizione polacca). Era questo il primo libro pubblicato sul compositore russo: un breve ritratto contenuto nella collana "Medaglie" che includeva profili biografici di artisti e personaggi pubblici. Il fine del testo era quello di divulgare l'opera di un compositore ancora poco noto in Italia; uscì in una nuova veste editoriale e molto ampliato nel 1946. Riappare, infine, per i tipi di Castelvecchi nel 2016, in una nuova edizione critica.
La generazione dell'80 (Alfano, Casella, Malipiero, Pizzetti, Respighi) segna un passaggio importante, che influenzerà anche il periodo successivo, con importanti interazioni anche nel campo della letteratura e della pittura. Di quest'ultima arte, Casella è un appassionato collezionista.
Nel 1933 fonda a Napoli "l'Accademia Musicale Napoletana", con l'intento di valorizzare caratteristiche e significati della cultura musicale, soprattutto italiana.
Amava molto la musica di Antonio Vivaldi, tanto che nel 1939 organizza la settimana di Vivaldi, che si tiene a Siena in settembre: la riscoperta del grande genio musicale barocco si deve quindi anche alla sua sensibilità e alla sua intuizione.
Casella ha curato la revisione critica di numerose opere per pianoforte di importanti autori, molte delle quali in uso ancora oggi nella didattica pianistica dei conservatori; per esempio, l'edizione delle 32 sonate di Beethoven, di varie grandi opere di Bach (per esempio: Il Clavicembalo Ben Temperato, le Suites Francesi, le Suites Inglesi e il Concerto italiano), di numerose opere di Chopin (Studi, Preludi, Ballate, Notturni, Valzer, Fantasia) e di tanti altri; tali edizioni critiche sono tuttora pubblicate dalla Ricordi e dalla Curci. Recenti studi ne rivalutano l'importanza per la storia dell'interpretazione pianistica[3].
Ha inoltre scritto un importante manuale sul pianoforte, strumento del quale analizza aspetti storici, tecnici e interpretativi (Il pianoforte, 1936), e ha scritto un'autobiografia, I segreti della giara, molto utile per approfondire i rapporti - non sempre facili - tra i musicisti e i vari ambienti culturali d'inizio Novecento. Con Virgilio Mortari ha scritto il notevole trattato La tecnica dell'orchestra contemporanea, ma è scomparso prima di vederlo pubblicato.
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