Aureliano Pèrtile (Montagnana, 9 novembre 1885 – Milano, 11 gennaio 1952) è stato un tenore italiano.
Pertile non fu tenore popolare come lo furono Enrico Caruso e Beniamino Gigli, ma ebbe la preferenza dei pubblici musicalmente più colti per il raffinato magistero interpretativo, l'eccellente tecnica e l'ottima attitudine scenica, al tempo assai rara. Sua peculiarità fu l'arte di scolpire per ogni personaggio, anche il più banale, un carattere ben definito e non convenzionale. Dalla sua voce, costruita in anni di studio e perfezionamento, ottenne emissione di mezza voce autentica (virtù eccelsa di pochissimi cantanti), abbinata a rinforzi istantanei, sicurezza di passaggio e incisività. Grazie a tali virtù tecniche, le sue interpretazioni comunicavano la sensazione di un'intensa partecipazione emotiva, che tuttora si rinnova all'ascolto dei dischi.
Secondo il giudizio di Plácido Domingo, Pertile fu uno dei pochi artisti della sua epoca tuttora moderni; Mario Del Monaco riteneva che, prima della Callas, Pertile avesse riscoperto il recitar cantando; Alfredo Kraus, in un'intervista, lo ha definito "il più grande tenore di tutti i tempi". Il suo rispetto per le indicazioni degli spartiti fu rigoroso, pur se, formatosi tra il tardo romanticismo ed il verismo, incorse in qualche eccesso di enfasi declamatoria.
Alcuni critici lo considerano uno dei maggiori tenori verdiani di tutti i tempi. Memorabili risultano le interpretazioni di Rigoletto, La Gioconda, Norma, Pagliacci, Andrea Chénier, Adriana Lecouvreur, Manon Lescaut. Singolare fu la sua interpretazione del Lohengrin wagneriano, assai apprezzata, tra gli altri, da Lovro von Mataci?.
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