Antoine Christophe Saliceti (Saliceto, 26 agosto 1757 – Napoli, 23 dicembre 1809), è stato un politico italiano naturalizzato francese.
Fu salvato dall'amnistia, ma anche da Napoleone, che in tal modo volle contraccambiare la "nomina" a generale della divisione d'artiglieria. Da quel momento l'evoluzione politica di Saliceti fu unita a doppio legame con quella di Napoleone anche se, membro del Consiglio dei Cinquecento, si oppose al colpo di Stato del 18 brumaio, avversando le idee del generale. Ma su tale episodio i moderni storici suppongono che il troppo palese disaccordo fosse fittizio, inscenato ad arte per confondere gli oppositori.
Inviato ambasciatore a Lucca (1800) riorganizzò la città, costituì una nuova struttura di governo, aprì scuole e case di assistenza, ne mutò l'assetto in principato che dedicò ad Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone. Quindi andò a Genova (1801), fece proclamare l'annessione della Repubblica Ligure all'Impero (1805) col benestare incondizionato della popolazione. Nel 1806 fu nominato ministro di polizia a Napoli sotto re Giuseppe Bonaparte e dopo tre mesi assunse la responsabilità di massimo consigliere del Ministero della Guerra. Murat lo allontanò per invidia, ma prontamente Napoleone ordinò di reintegrarlo nei suoi compiti. Dal 1806 al 1808 fu primo ministro del governo partenopeo e membro della consulta romana. Organizzato un esercito d'emergenza, respinse le navi anglo-sicule sbarcate in Calabria con un'azione ancora di intelligence di straordinaria bravura, convincendo gli isolani a spalleggiare le sue truppe. Tecnica che in pochi giorni gli permise di triplicare il fronte di difesa, così com'era accaduto nella famosa battaglia di Tolone.
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