Carlo Monari è tra i protagonisti della scultura bolognese a cavallo tra Otto e Novecento.
Monari inizia fin da giovanissimo il suo apprendistato artistico, ma nel contempo entra a far parte come volontario della Guardia del Governo provvisorio delle Romagne (1859), e partecipa alle battaglie di Bezzecca e Mentana del 1866 e 1867: slancio patriottico che gli viene riconosciuto ufficialmente dalla città solo nel 1913. A tredici anni risulta presente nell'Accademia di Belle Arti, dove segue i corsi di ornato e figura sotto Cincinnato Baruzzi e, tra 1853 e 1862, si distingue durante le premiazioni annuali con diversi lavori, tra cui il Narciso alla fonte, con cui vince il premio Curlandese del 1854. Quattro anni dopo, presso la Società Protettrice mostra Dejanira, mentre nel 1863 è premiato per la scultura e, ormai artista maturo, esegue La Schiava, acquistata per conto del Re al prezzo di 665 lire. Un altro gesso, Fauno, viene venduto in seguito alla Società Protettrice per 500 lire. Segue la Margherita del Faust, mentre successivamente vengono esposte a Bologna cinque opere: Donna ginocchioni che prega per la tomba Minelli in Certosa; due angeli a bassorilievo, uno in marmo e l’altro in gesso; un bozzetto per un monumento a Galvani e un ritratto in gesso. Lo stesso anno a Parigi viene esposto nuovamente il Fauno, insieme alla Schiava, e il Ratto di Dejanira. In questi anni di attività febbrile la sua residenza è a Bologna, in via Cartolerie 1266.
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