Caproni Giovanni Battista

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Giovanni Battista Caproni, detto Gianni, conte di Taliedo (Massone, 3 luglio 1886 – Roma, 27 ottobre 1957), è stato un ingegnere aeronautico, imprenditore e pioniere dell'aviazione italiano.

Sempre più convinto delle capacità dell'aeroplano e del suo utilizzo come trasporto civile riadattò la propria fabbrica senza però abbandonare del tutto i progetti relativi all'impiego militare. Tali convinzioni porteranno a rielaborazioni come trasporto passeggeri dei trimotori da bombardamento, e progetti certamente più visionari, come il Caproni Ca.60 Transaereo, un gigantesco idrovolante a scafo per 100 passeggeri, destinato a rotte transatlantiche. Peculiare era la caratteristica di avere tre gruppi di ali triplane montati sopra lo scafo e dove erano installati 8 motori. Il velivolo compì un breve “balzo” il 4 marzo 1921, ma rimase distrutto in un incendio poco dopo mentre era in riparazione.

Nuovo impulso all'industria aeronautica giunse con l'avvento del governo Mussolini. Nel gennaio 1923 fu costituita il "Commissariato per l'aeronautica" e pochi mesi dopo fu istituita la Regia Aeronautica e ricostituite subito le tre specialità: caccia, ricognizione e bombardamento con le relative flotte aeree. In particolare per la flotta da bombardamento furono utilizzati i vecchi Caproni Ca.45. Nel 1924 il Ca. 66 vinse un concorso indetto dal Ministero dell'aeronautica per un bombardiere notturno; questo modello, sviluppato, diverrà il biplano Caproni Ca.73, il più grande aereo terrestre nel periodo tra il 1929 e il 1934. Nel 1935 furono incorporate le Officine Meccaniche Reggiane.

Negli anni Trenta, Gianni Caproni creò un gruppo industriale che assunse il nome "Aeroplani Caproni S.A." arrivando a contare più di 20 consociate (Gruppo Caproni), fra cui le Officine Meccaniche Reggiane, la Motori Marini Carraro, e alcuni stabilimenti all'estero, a Baltimora negli Stati Uniti (Caproni-Curtiss) e in Bulgaria a Kazanlik (Kaproni Bulgarski).[3]. Nel 1936 insieme al designer Vittorio Ducrot fondò l'Aeronautica Sicula.

La guerra d'Etiopia procurò moltissime commesse alla Caproni i cui velivoli arrivarono a dominare i cieli abissini.

Nel 1928 fu assunto dalla Caproni come capo collaudatore Mario De Bernardi già vincitore della coppa Schneider che aveva appena lasciato l'aviazione militare e che nel 1933, ai comandi di un Caproni Ca.111, compì il raid Roma-Mosca percorrendo i 2600 km che dividono le due capitali con cinque passeggeri a bordo.

L'11 aprile 1934 il pilota Renato Donati raggiunse per la prima volta 13.553 metri d'altezza e il 20 giugno 1935 Carina Negrone raggiunse i 12.043 metri d'altezza (primato femminile). Il 22 ottobre 1938 Mario Pezzi migliorò il record raggiungendo i 17.093 metri d'altezza con un Caproni Ca.161 in cui la cabina era stata resa a tenuta stagna. Il 15 settembre 1939 Nicola Di Mauro raggiunse per la prima volta i 13.554 metri d'altezza con un idrovolante derivato dal Caproni Ca.161.

Nello stesso periodo Mario De Bernardi collaudò a Taliedo il Campini-Caproni C.C.2, un motoreattore (da non confondere con gli aerei a reazione) italiano e il 30 novembre 1941 compì il primo volo da Milano-Roma aggiudicandosi il primato mondiale.

Nel 1940 venne insignito da Vittorio Emanuele III del titolo nobiliare di conte di Taliedo, dalla località del comune di Milano dove sorgevano le officine Caproni e il primo aeroporto milanese. Inizialmente contrario all'entrata dell'Italia nella Seconda Guerra mondiale, era fermamente convinto che sarebbe stato un conflitto di macchine, vinto da chi "ne avrebbe schierato il maggior numero e della qualità migliore".

A seguito dell'armistizio dell'8 settembre 1943 i principali stabilimenti della Caproni si trovarono nel territorio controllato dalla Repubblica Sociale Italiana. In quel periodo Giovanni Caproni assunse un atteggiamento di tergiversazione ottenendo che sia le maestranze che i macchinari non fossero trasferiti in Germania.


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