Passionei Domenico Silvio

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Domenico Silvio Passionei (Fossombrone, 2 dicembre 1682 – Eremo di Camaldoli, 5 luglio 1761) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico italiano. 

Nel 1708 passò a L'Aia a titolo personale. Seppe inserirsi nell'ambiente diplomatico delle delegazioni presenti là durante la Guerra di Successione di Spagna fino ad avvicinare il Gran Pensionario Antonie Heinsius. Ottenutone un consenso di massima a seguire il congresso di pace come rappresentante pontificio pur senza averne la qualifica ufficiale e avuta una lettera in tal senso dal cardinale segretario di Stato Fabrizio Paolucci, nel 1712 fu presente a Utrecht come rappresentante della Santa Sede e sostenne la questione degli aspetti relativi alla fede cattolica stabiliti nel Trattato di Munster alla fine della Guerra dei Trent'anni in rapporto con quanto stabilito nel Trattato di Ryswich alla fine della Guerra della Lega d'Augusta. Seguì poi il Congresso di Baden e rientrò A Roma nel 1716. Ventilatagli l'offerta d'andare inquisitore a Malta, la rifiutò e si ritirò invece nelle terre di famiglia a Fossombrone per un po' di tempo.

Ordinato sacerdote assai tardi, nel 1721, fu nominato arcivescovo di Efeso il 16 luglio 1721 e consacrato il 25 luglio 1721 dal cardinal Fabrizio Paolucci ed il 30 luglio 1721 divenne nunzio apostolico a Lucerna in Svizzera dove scrisse Acta Apostolicæ Legationis Helvetiæ 1723-29 (Zurigo, 1729; Roma, 1738).

Il 23 dicembre 1730 fu promosso nunzio in Austria, a Vienna.

Nel 1738 ritornò a Roma dove, il 23 giugno, fu proclamato cardinale presbitero con il titolo di San Bernardo alle Terme Diocleziane (1738-1761), Santa Prassede (1755-1759), San Lorenzo in Lucina (1759-1761).

Nel 1741 fu nominato vice-bibliotecario della biblioteca Vaticana sotto il cardinale Angelo Maria Quirini al quale succedette nel 1755. Durante questo incarico si dedicò al recupero ed al restauro di molti libri antichi. Si impegnò inoltre alla selezione di una preziosissima raccolta di testi per la sua personale biblioteca costituita da oltre 32.000 volumi accessibili al pubblico, e per la quale sempre nel 1755 venne offerto l'impiego di bibliotecario nientemeno che a Johann Joachim Winckelmann.

Entrò in leale contrasto con i gesuiti appoggiando decisamente le operazioni per la soppressione dell'ordine, e si oppose fermamente alla beatificazione del cardinale Roberto Bellarmino. S. E. Passionei condivideva le idee gianseniste e difendeva alcuni autori, come Montesquieu, inclusi nell'indice dei libri proibiti.

Acquisì anche una notevole raccolta privata che conteneva, oltre ad antichi volumi, anche altre opere d'arte, tra cui statue, quadri e monete. Una parte di questo patrimonio si conserva oggi nel museo della sua città natale. La sua imponente collezione libraria è oggi custodita all'interno della Biblioteca Angelica a Roma.


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