Conte Clemente Solaro della Margarita (Mondovì, 21 novembre 1792 – Torino, 12 novembre 1869) è stato un politico italiano.
Secondo i ricordi tratti direttamente dal diario personale che teneva, cominciato nel 1807, fin dall'età di 7 anni, si accese in lui l'ostilità a ogni sovvertimento sociale e alla demagogia. La causa fu probabilmente l'ostilità tra la Francia repubblicana e l'Austria che, a cavallo del secolo, scombussolò il Piemonte mettendo in pericolo i privilegi dei ceti privilegiati, specie fuori dai centri abitati. Dal 1803 al 1806 studiò a Siena nel collegio De Tolomei, gestito dai padri Scolopi famoso in tutta Italia. Lì conobbe quelli che diventeranno gli esponenti maggiori della corrente cattolico-conservatrice e che gli saranno utili negli anni della maturità. Egli ebbe modo di studiare latino, francese e italiano, ma fece pochi progressi in questo campo, soffrendo sovente il distacco da casa. Quando Napoleone costrinse con un editto tutti i piemontesi a tornare in patria, per lui come per altri 34 piemontesi fu una vera festa. Continuò gli studi a Torino sotto la guida dell'abate Ricordi e nell'autunno del 1809 fu in grado di entrare all'università. Nel 1812, il 4 luglio, si laureò sotto la guida dei migliori professori di allora. Nel suo diario scrisse: "non mi saziavo di leggere, specialmente mi attraevano le tragedie di Alfieri". In quegli anni, in opposizione alla dominazione francese, alla politica religiosa dell'Impero napoleonico, alla prigionia del Papa, alle continue guerre, dispiegò un'azione politica che lo portò a fondare nel 1812 la Società Italiana. Questa società si sciolse dopo appena due anni, ma ebbe notorietà soprattutto perché suoi membri appartenevano alle famiglie più importanti dell'aristocrazia torinese, uniti nel desiderio di indipendenza e nel detestare le innovazioni portate da Napoleone.
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