Jakob Moleschott (Hertogenbosch, 9 agosto 1822 – Roma, 20 maggio 1893) è stato un fisiologo, filosofo e politico olandese naturalizzato italiano. Fu senatore del regno d'Italia nella XIII legislatura.
Compì gli studi in Olanda, ma si iscrisse alla Facoltà Medica di Heidelberg, in Germania. Qui ebbe come Maestri il fisiologo Tiedemann, Leopold Gmelin, Nägele, Theodor Ludwig Bischoff ed Henle. Era però affascinato anche dalla filosofia e seguì le lezioni del filosofo hegeliano Maurice Carrière. Già nel 1844 scrisseOsservazione critica alla teoria di Liebig sul nutrimento delle piante, in cui criticava l'opera del Maestro della Chimica modernaDie Chemie in ihrer Anwendung auf Agrikultur und Physiologie. Con la sua opera, Moleschott vinse un premio, ma soprattutto ricevette la stima di molti scienziati. Nel campo della filosofia, fu affascinato dall'opera Essenza del Cristianesimo di Ludwig Feuerbach, creatore del positivismo materialista.
Pubblicò allora due opere che lo resero famoso, ilLehre der Nahrungsmittel für das Volk(Trattato degli alimenti per il popolo) e, nel 1852, Der Kreislauf des Lebens (Il Circolo della Vita), tradotto in italiano da Cesare Lombroso nel 1869. In questo testo Moleschott voleva dimostrare che tutto il mondo è materia in continua trasformazione. L'uomo stesso è materia: in esso le sostanze inorganiche divengono organiche, e queste si trasformano o vengono eliminate, per ritrasformarsi in molecole diverse, anche inorganiche. Il limite fra organico e inorganico spariva nel contesto delle molteplici trasformazioni di un circolo continuo.
Nel 1854, il Rettore dell'Università di Heidelberg gli intimò di non insegnare agli studenti le sue teorie, lui si dimise e tornò a Utrecht. Nel 1856 venne però chiamato a insegnare Fisiologia nell'Università di Zurigo. Fu qui che conobbe Francesco De Sanctis, che era professore a Torino e teneva allora un corso di Letteratura italiana al Politecnico di Zurigo. Quando, nel 1861, De Sanctis divenne Ministro della Pubblica Istruzione, Moleschott venne nominato con atto d'imperio professore di Fisiologia a Torino, mentre il suo predecessore Secondo Berruti era messo a riposo d'ufficio. Ebbe all'inizio grandi ostacoli, ma riuscì pian piano a introdursi nella Facoltà, nell'Accademia Medica e anche nell'opinione pubblica.
Lottò strenuamente per l'ammodernamento in chiave positivistica della Facoltà Medica e fu, con Giuseppe Timermans, decisivo nel concorso che vide Giulio Bizzozero vincitore della cattedra di Patologia Generale. Con Bizzozero combatté poi strenuamente per l'affermazione del positivismo e il metodo sperimentale. Creò intorno a sé un'ampia schiera di collaboratori, tra i quali Luigi Pagliani, Angelo Mosso, Piero Giacosa. Nel 1878 venne chiamato a coprire la cattedra di Fisiologia nell'università di Roma. Fu membro del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione e Senatore del Regno.
Negli ultimi anni della sua vita ebbe sventure familiari e necessità economiche, per cui esercitò la professione medica, non praticata a Torino. Morì «sul campo», per aver contratto un'eresipela da un paziente.
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