Marco Ramperti (Novara, 24 dicembre 1886 – Roma, 10 aprile 1964) è stato uno scrittore e giornalista italiano.
Lo scrittore, molto apprezzato all'epoca del ventennio fascista da autori contemporanei quali Gabriele d'Annunzio, Ugo Ojetti ed Ezra Pound, fu dimenticato nel dopoguerra, perché aveva aderito alla Repubblica Sociale Italiana, sebbene fosse stato critico e sarcastico con gli intellettuali di regime e scrivesse nel 1950 di non aver mai avuto "amore pel dittatore d'Italia". Fu inviso inoltre per il viscerale antisemitismo che aveva espresso nei suoi articoli (tanto che tacciò come ebreo anche Charlie Chaplin). Dopo la Liberazione venne condannato a sedici anni di carcere, che iniziò a scontare nel campo di prigionia di Coltano fin quando sopraggiunse l'amnistia di Togliatti.
Uscito di prigione strinse relazioni con alcuni esponenti del “Raggruppamento giovanile studenti e lavoratori”, l'organizzazione giovanile del nascente MSI, tendenzialmente evoliana e antiatlantica. Come scrittore anticipò il filone ucronico del "fantafascismo" con un romanzo satirico del 1950, Benito I imperatore, pubblicato al culmine dell'attività propagandistica dei giovani attivisti del MSI, in cui Ramperti prende di mira anzitutto gli intellettuali convertiti all'antifascismo dopo la Liberazione.
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