Cesare Guasti (Prato, 4 settembre 1822 – Firenze, 12 febbraio 1889) è stato uno scrittore e filologo italiano.
Nel 1837 scrisse un Canto per l'elezione del nuovo vescovo di Pistoia e Prato Giovan Battista Rossi, dal 1840 iniziò a collaborare nella tipografia paterna come correttore di bozze e nel 1842 si fece terziario francescano, pubblicando nel 1844 la sua traduzione della Histoire de Saint François d'Assise (1182-1226) di Émile Chavin de Malan. Ancora nel 1844 diveniva collaboratore saltuario della rivista fiorentina fondata due anni prima dal Vieussieux «Archivio storico italiano», pubblicava la Bibliografia pratese e iniziava le pubblicazioni dell'annuale Calendario pratese. Memorie e studi di cose patrie, con una redazione di diciassette collaboratori, in maggioranza ecclesiastici. Dal 1846 al 1850 usciva per i tipi paterni la traduzione in volgare del trecentista Arrigo Simintendi delle Metamorfosi di Ovidio, mentre egli diveniva socio dell'Accademia fiorentina della Colombaria.
L'iniziativa del Calendario s'inseriva nel suo tentativo di favorire la cultura locale senza per altro trascurare il dibattito sulle vicende politiche nazionali, nel segno di un prudente giobertismo. Fu così che nel 1848 il Guasti accolse inizialmente con favore il movimento risorgimentale, salvo allontanarsene quando l'iniziativa patriottica sembrò passare nelle mani dalla corrente democratica: fu molto critico nei confronti del governo di Montanelli, Guerrazzi e Mazzoni, così che il ritorno al potere del granduca Leopoldo lo vide premiato con l'incarico di archivista dell'Opera di Santa Maria del Fiore, a Firenze. Suo primo lavoro inerente alla mansione ricevuta, pubblicato nel 1857, fu il libro La cupola di S. Maria del Fiore illustrata con i documenti dell'Archivio dell'Opera secolare, cui seguirà trent'anni dopo la pubblicazione dei documenti d'archivio sulla costruzione del duomo fiorentino.
Accademico della Crusca dal 1853, il 4 aprile sposò Annunziata Becherini. Dal 1854 fu redattore stabile dell'«Archivio storico italiano» e con i collaboratori della rivista Francesco Bonaini, Filippo Luigi Polidori e Carlo Milanesi raccolse e pubblicò le Lettere inedite di L. A. Muratori scritte a' Toscani dal 1695 al 1749. L'opera del Muratori rappresentava infatti per lui un modello di storiografia, fondata sulla ricerca erudita, e un esempio da indicare ai moderni storici.
Nel 1852 il Granducato leopoldino aveva promosso la costituzione dell'Archivio centrale dello Stato, all'organizzazione del quale fu delegato il Bonaini che ebbe il Guasti a suo assistente. L'iniziativa proseguì sotto il Regno d'Italia e impegnò per tutta la vita il Guasti, che nel 1874, alla morte del Bonaini, fu chiamato a succedergli.
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