Romualdo Marenco (Novi Ligure, 1º marzo 1841 – Milano, 9 ottobre 1907) è stato un compositore italiano, noto soprattutto per i suoi balletti. Nato da famiglia repubblicana, trasferita da Genova a Novi Ligure in seguito alla soppressione della Repubblica di Genova, Romualdo Marenco fu avviato alla musica dodicenne, dal mazziniano Pietro Isola, traduttore di Byron. Nel 1854, dopo un solo anno di studi, esordisce come violinista nell'orchestra del Carlo Alberto di Novi Ligure. La stagione successiva è secondo fagotto al Teatro Doria di Genova, e quindi, a sedici anni, secondo violino al Teatro Carlo Felice di Genova. Ne uscirà tuttavia molto deluso da queste prime esperienze come orchestrale, in quanto nella quasi totalità dei casi non veniva retribuito regolarmente perché considerato ancora poco meno di un esordiente. Pare che in seguito avesse avuto come suo primo maestro di composizione Emilio Taddei, e forse per un brevissimo periodo anche il compositore-percussionista Serafino De Ferrari, con il quale ebbe uno screzio e che lo portò ad abbandonare Genova per trasferirsi a Milano. In fatto di composizione Marenco fu sostanzialmente autodidatta. Attivista della Società Nazionale Italiana, vicino ad Anton Giulio Barrili e Pier Alessandro Paravia, Marenco è portato al debutto da compositore da Cesare Cecchetti, padre dell'Enrico Cecchetti poi primo ballerino, coreografo e insegnante della Scuola Imperiale di San Pietroburgo e Maître de ballet dei Ballets Russes di Diaghilev. Nel settembre 1860, a diciannove anni, Marenco presenta infatti al Nazionale di Firenze "Niccolò de Lapi, ovvero Firenze ai tempi dell'assedio", subito seguito da "Lo sbarco dei garibaldini in Sicilia", col quale, probabilmente per primo, porta in scena la storia in diretta, e che l'anno dopo va in scena al Teatro Doria di Genova come Lo sbarco dei garibaldini a Marsala e la presa di Palermo. Nel 1862 Marenco presenta a Roma Edelina, subito replicato a Genova e Milano, e cui a Genova segue Il Balilla (1864): un lavoro patriottico risorgimentale dedicato alla città e alla cittadinanza che aveva patito l'aggressione e le atrocità dei bersaglieri di La Marmora (cfr. Sacco di Genova). Trasferitosi a Milano nel 1865, Marenco viene presentato alla contessa Maffei, cui dedica "Rimembranze dei colli di Lecco" su testo di M. Marcello, allora direttore del foglio di critica musicale Il Trovatore.
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