Pietro Campilli (Frascati, 30 novembre 1891 – Roma, 8 luglio 1974) è stato un politico italiano e un ministro della Repubblica.
Attivo nel Lazio, soprattutto per quel che riguarda le questioni agricole. Nella campagna elettorale per le elezioni provinciali del 1920, rimane vittima di un attentato. Ciononostante viene eletto consigliere alla Provincia di Roma, dove svolge il ruolo di leader dell'opposizione fino al 1923, allorquando decade dalla carica per lo scioglimento del Consiglio. Durante il Fascismo svolge l'attività d'imprenditore. Dal 1943 partecipa al processo di formazione della Democrazia Cristiana, collaborando all'estensione della parte economica delle "Idee ricostruttive" e poi facendo parte del I Consiglio Nazionale (luglio 1944) e della direzione (agosto 1945).
Membro del comitato economico del CLN, della Consulta Nazionale e della Commissione economica per la Costituente, il 2 giugno 1946 viene eletto all'Assemblea Costituente nella circoscrizione laziale, nella quale verrà eletto deputato nel 1948.
Nel luglio 1946 entra nel secondo Ministero De Gasperi come Ministro del commercio con l'estero. Dal febbraio 1947 è ministro delle Finanze e del Tesoro nel terzo Governo De Gasperi, con questa carica accompagna il presidente del Consiglio negli USA per trattare il prestito di 100 milioni di dollari dell'Export-import bank.
Dal maggio 1947 fino al 1949 rappresenta l'Italia prima al Comitato di cooperazione economica europea e poi all'OECE.
Nel 1951 è dapprima ministro senza portafoglio e poi Ministro dei trasporti nel sesto Governo De Gasperi, nel successivo dicastero De Gasperi ricopre invece la carica di Ministro dell'industria e del commercio. Dal 1953 al 1958 è ministro per la Cassa del Mezzogiorno nei governi: ottavo De Gasperi, Pella, Fanfani, Scelba, Segni e Zoli, ed in alcuni casi ha avuto anche la delega a Presidente per il Comitato dei Ministri per l'esecuzione di opere straordinarie nell'Italia centrale e meridionale.
Dal 1958 al 1959 è Presidente della neo-nata Banca europea degli investimenti in Lussemburgo. Nel 1959 è nominato presidente del CNEL, carica che ricopre fino alla morte, nel 1974. Tra il 1970 e il 1971 presiede la Montedison come soluzione di compromesso fra democristiani e socialisti, ma poi cede il posto a Eugenio Cefis.
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