Paolo I Petrovic Romanov (San Pietroburgo, 1º ottobre 1754 – San Pietroburgo, 23 marzo 1801), è stato imperatore di Russia dal 1796 al 1801.
Era figlio della granduchessa e poi imperatrice Caterina II e dell'imperatore Pietro III. Odiava la madre e viveva nel ricordo del padre assassinato.
Paolo divenne Imperatore di Tutte le Russie il 6 novembre 1796 in seguito alla morte della madre.
Come sovrano fu un idealista capace di grande generosità unita tuttavia a un carattere molto variabile e vendicativo. Nel 1797 permise al famoso scrittore Radiscev di tornare dall'esilio in Siberia, ma non appena questi rientrò nella sua tenuta, lo pose sotto il controllo della polizia.
Paolo I dovette presto accorgersi di aver commesso un'imprudenza. I timori di poter fare la fine del padre presero corpo e diventarono in breve realtà. Un complotto, con lo scopo di costringerlo ad abdicare, venne organizzato alcuni mesi prima della sua morte dai conti Pahlen e Panin e dall'ammiraglio José de Ribas, un avventuriero mezzo spagnolo e mezzo napoletano. La morte di Ribas ritardò l'esecuzione del piano, ma l'esercito imperiale riprese presto a tessere le trame del complotto.
Per quanto alcuni elementi, come il colonnello Bibikov, fossero inclini ad assassinare, oltre al sovrano, anche gli altri componenti della famiglia Romanov, la maggior parte dei cospiratori decise di assumere un atteggiamento meno drastico. Così, i ribelli coinvolsero Alessandro, il figlio primogenito di Paolo. Dopo aver minacciato una sommossa violenta che sarebbe costata la vita di molte persone, riuscirono a convincerlo, con la promessa di non uccidere il padre, ma di costringerlo semplicemente a firmare l'atto di abdicazione. Alessandro, fidandosi della parola ricevuta, accettò. La sera del 23 marzo 1801, prima di passare all'azione, i congiurati si riunirono per bere vino in grande quantità, definendo gli ultimi dettagli dell'operazione.
Erano presenti il principe Platon Zubov, ultimo amante di Caterina II, e suo fratello, il principe e generale Nikolaj. Pahlen guidava la rivolta assieme al generale Bennigsen. A mezzanotte guadagnarono l'entrata segreta del castello Michajlovskij e, dopo essere entrati, la stanza da letto dello zar. Con orrore, però, la trovarono vuota e temettero il peggio, ma Bennigsen, mantenendo il sangue freddo, esaminò la stanza, scoprendo dietro un paravento i piedi dell'imperatore, nascostosi in un disperato tentativo di sfuggire ai suoi assassini. Trascinato in mezzo alla stanza, fu colpito da Nikolaj Zubov con una tabacchiera d'oro, e subito dopo il suo valletto di camera si sedette sul corpo di Paolo. Infine, l'ufficiale Skariatin finì lo zar strangolandolo con la sua sciarpa. Platon Zubov si recò allora dal figlio primogenito di Paolo Alessandro, che si trovava nel palazzo, per comunicargli la sua ascesa al trono. Fu ufficialmente annunciato che lo zar era deceduto nel sonno per cause naturali. Venne sepolto nella tomba imperiale della Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo (San Pietroburgo)
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