A partire dal 1919 il Ciarlantini si avvicinò al nascente movimento fascista: ne è chiara testimonianza la sua assidua collaborazione al Popolo d'Italia.
La sua produzione letteraria fu vastissima e quasi tutti i suoi libri furono dedicati all'esaltazione e alla propaganda del fascismo. Tra questi ricordiamo: Dieci anni di fascismo (Lanciano 1931), in cui gli avvenimenti son trattati in un'ottica di completa parzialità; Hitler e il fascismo (Firenze 1933), dove il Ciarlantini, pur nell'approvazione dell'operato nazista, vuole mantenerlo distinto dal fascismo nella sua prassi e nei suoi intendimenti. Di un certo interesse si rivelano altri due libri dedicati alla personalità e al ruolo di Mussolini nella nazione italiana: Mussolini immaginario (Milano 1933) e Il capo e la folla (ibid. 1935). Come appare evidente dagli stessi titoli la figura del capo del fascismo è tratteggiata con i toni tipici della propaganda ideologica: il "duce" diviene di volta in volta magnanimo e autoritario; umano, ma pur sempre dittatore; vicino ai piccoli problemi della gente comune, ma anche superiore a tutti e tutto.
Un altro filone assai fecondo nell'opera narrativa del Ciarlantini è quello che riguarda le narrazioni dei suoi viaggi all'estero. La sua vita fu infatti ricca d'impegni fuori d'Italia, dovuti sia a missioni ufficiali sia a interessi culturali.
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