Giovanni Battista Zannoni (Firenze, 29 marzo 1774 – Firenze, 12 agosto 1832) è stato un presbitero, letterato e archeologo italiano.
Nel 1800, per la sua preparazione culturale, venne assunto in qualità di aiuto bibliotecario nella Magliabechiana di Firenze, destinata dopo la fusione con la Biblioteca Palatina a divenire Biblioteca Nazionale Centrale. Nominato "regio antiquario" della Galleria degli Uffizi, succedendo all'abate Luigi Lanzi che gli era stato maestro, si dedicò allo studio delle antichità del museo che divennero argomento di alcune sue pubblicazioni.
Attivo anche nel campo degli studi filologici e segretario dell'Accademia della Crusca, Zannoni compose un'interessante storia della prestigiosa istituzione linguistica fiorentina, pubblicata postuma nel 1848 e poi ristampata in anni più recenti (1980). Sagace osservatore e studioso della lingua e dei modi di dire del popolino toscano, li rappresentò in un Saggio di scherzi comici, edito nel 1819. Le commedie, contenute nel saggio, Le gelosie della Crezia, La ragazza vana e civetta, La Crezia rincivilita, ritenute tra le più vivaci dei primi anni dell'Ottocento, suscitarono la riprovazione di chi riteneva poco dignitoso che un accademico della Crusca riportasse tali e quali le espressioni più vive e colorite della plebe. Tra i suoi critici ci fu il gesuita Antonio Bresciani, citato spesso come padre Bresciani, letterato ostile al liberalismo e al romanticismo ritenuti avversari del cattolicesimo e della morale. In ambito antiquario, Zannoni pubblicò molti testi – specialmente sugli Etruschi – e curò l'edizione dell'opera in 5 volumi sulla Reale galleria di Firenze illustrata, nella quale descrisse i beni artistici conservati nel museo che gli era stato affidato. Nel febbraio 1829 divenne Socio dell'Accademia delle Scienze di Torino. Morì nella città natale, a cinquantotto anni, nel 1832.
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