Giovanni Battista Prandina nacque a Milano il 16 maggio 1816 da Gaetano e Marianna Boara, ultimo di sette fratelli. Si laureò in Medicina e Chirurgia a Pavia il 30 luglio 1839, discutendo la tesi dal titolo Cenni sulla retroversione ed antiversione dell’utero. Per alcuni anni operò come chirurgo all'Ospedale Maggiore di Milano, assistente del dottor Tobia Cantoni, acquisendo in poco tempo una notevole esperienza. Commissario della ”Giovane Italia”, prese parte attiva alla rivolta popolare delle Cinque Giornate di Milano. Nella prima guerra d'indipendenza fu capo ospedale di prima linea a Valeggio. Durante la ritirata delle truppe sabaude nell’estate del 1848 si adoperò per mettere in salvo i feriti, caduto prigioniero degli Austriaci riuscì a fuggire in modo rocambolesco gettandosi da una carrozza in corsa. L’anno seguente, aggregato alla divisione Lombarda, prestò la sua opera nella battaglia di Novara. Dopo la sconfitta si portò a Roma schierandosi con i difensori della neonata repubblica; qui si guadagnò la stima e l’amicizia di Garibaldi diventando di fatto, insieme ad Agostino Bertani, il medico dei garibaldini. Nella primavera del 1859 fu lo stesso generale a nominarlo «capo ambulanza» e con questo compito partecipò a tutta la campagna militare fino all’armistizio di Villafranca. Fu a fianco di Garibaldi anche nella terza guerra d'indipendenza e a Mentana, e fu tra i medici che lo ebbero in cura per la ferita rimediata sull’Aspromonte. Prandina soggiornò per venticinque anni a Chiavari (1849 - 1874) svolgendo anche qui la sua missione di medico, si trasferì poi a Milano. Ormai anziano affittò o acquistò una villetta a Meina - il rifugio Prandina - dove morì il 16 maggio 1886 a seguito delle complicanze di una influenza. Il suo corpo fu trasportato a Milano e cremato come da sue volontà.
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