Ivanhoe Gambini (Busto Arsizio, 25 marzo 1904 – Busto Arsizio, 23 dicembre 1992) è stato un architetto e pittore italiano. Aderì al movimento futurista nel 1928 partecipando l'anno successivo alla mostra organizzata dal Gruppo radiofuturista lombardo a Varese. Nell'ottobre dello stesso anno partecipò alla esposizione organizzata da Filippo Tommaso Marinetti alla Galleria Pesaro e intitolata Trentatré artisti futuristi. La produzione di questi anni di Gambini era rivolta alla pittura e alle arti applicate, soprattutto decorazione di ceramiche. Prima di dedicarsi completamente alla pittura di soggetto aereo, Ivanhoe Gambini aveva affrontato temi e motivi della tarda stagione déco, risolti con forme genericamente riferibili all'ambito prampoliniano.
Le tappe espositive di Ivanhoe Gambini furono legate soprattutto all'attività dei futuristi nella milanese Galleria Pesaro: dalla Mostra futurista arch. Sant'Elia e 22 artisti futuristi nel 1930 alla Mostra futurista Aeropittura e Scenografia nel 1931, sino alla Mostra futurista in onore di Umberto Boccioni nel 1933. Fu, tuttavia, la grande esposizione futurista del 1933, organizzata a Roma al Palazzo del Sindacato degli Ingegneri a segnare il successo della formula pittorica ideata da Ivanhoe Gambini attraverso l'impiego dell'aerografo. Tutte le recensioni alla mostra rilevavano gli effetti di forte suggestione derivata dalle tinte spruzzate che aumentavano la percezione di dinamismo delle macchine aeronautiche da lui dipinte. I suoi soggetti, infatti, in questi anni, si concentrarono sulla celebrazione dell'epopea aeronautica italiana arrivando a collaborare al progetto, nel 1934, della Sala dell'alta velocità alla Mostra dell'aeronautica organizzata al Palazzo dell'Arte di Milano. Furono gli anni della massima notorietà dell'artista che partecipava ormai alle grandi manifestazioni artistiche quali le Biennali di Venezia del 1930-34-36, la II Quadriennale di Roma del 1935 le esposizioni coloniali del 1931 e del 1934 e la Olimpische Kunstaustellung del 1936 in occasione dell'XI Olimpiade. Continuava intanto la sua attività nel campo delle arti applicate e soprattutto della grafica con l'illustrazione di riviste (Fiamma italica, La Rivista illustrata del Popolo d'Italia), di libri e la preparazione di manifesti pubblicitari, etichette e cartoline.
Dalla fine del 1936 l'artista non partecipò più ad esposizioni futuriste, dedicandosi al disegno architettonico nell'Ufficio Tecnico del Comune di Busto Arsizio. In quell'ambiente ebbe modo di far apprezzare le qualità innovative dei progetti, delle soluzioni architettoniche da lui adottate e di aggiornamento nei materiali usati (Progetti della pesa pubblica 1935, Palazzina delle imposte 1936-1938, Piscina comunale “Costanzo Ciano”, 1938-1939). Il dopoguerra vide Ivanhoe Gambini attivo nel campo della ceramica, partecipando a numerose esposizioni ed eseguendo diverse decorazioni murali per le nuove costruzioni cittadine. Ivanhoe Gambini si spense a Busto Arsizio il 23 dicembre 1992.
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