Bracelli (de Bracellis, Bracello) Antonio - Nacque a Genova, nel terzo o quarto decennio del sec. XV, da Giacomo e da Nicoletta, figlia del nobile cittadino genovese Onofrio Pinelli, primogenito di numerosi fratelli.
Notevole fu l'azione del B. in veste di consigliere ducale: ricorderemo il parere negativo espresso, unitamente agli altri consiglieri, sulla proposta del duca di impadronirsi di Coriago e di altre terre del Parmigiano, allora in mano del duca d'Este. La stima di cui godette presso lo Sforza venne ancora una volta riconfermata l'11 marzo 1476, giorno in cui il Bracelli ottenne la cittadinanza milanese per sé e per i suoi discendenti. Anche Ludovico il Moro ne apprezzò le qualità se lo confermò consigliere ducale e gli affidò, insieme con Antonio Trivulzio, delicate missioni a Roma e a Napoli, missioni che rientrano nell'abile gioco delle alleanze sviluppato dal Moro. Inoltre nel 1485 il Bracelli fu incaricato dal duca, che aveva dovuto sostenere ingenti spese per fronteggiare le lotte intestine, di riscuotere, insieme con Giovan Pietro Suardo, alcune tasse straordinarie, imposte ai feudatari di Milano; in seguito, nel 1488, a Pavia, doveva far rispettare, nella sua qualità di consigliere ducale, alcune norme legislative per incarico del vicario di Provvisione, Giacomo de Girardis. Nell'ottobre del 1489, tornata Genova sotto il dominio sforzesco, il Bracelli rientrò in patria: in quell'anno infatti, per difendere gli interessi della Repubblica, fu inviato ambasciatore a Innocenzo VIII. Da Sisto IV il Bracelli e il fratello Stefano avevano ottenuto nel 1469, pochi anni dopo la morte del padre, la conferma del privilegio di franchigia nelle zone originarie della loro famiglia; ma il vero scopo della sua missione a Roma non era la riconferma di privilegi per sé e per la Repubblica, bensì quello, ben più delicato, di prendere contatto con l'ambasciatore spagnolo: da lungo tempo, infatti, benché tra Catalani e Genovesi non fosse stata firmata alcuna tregua, non si erano più verificati scontri militari; perciò, sembrando opportuna la conclusione di una pace, Ludovico il Moro aveva esortato il governo genovese ad inviare proprio il Bracelli a Roma e quindi a Napoli per condurre tali trattative. Esse nonostante la lunga permanenza del Bracelli, protrattasi fino al 1490, non ebbero esito positivo. Al ritorno da questa missione, il Bracelli si ritirò a vita privata, per dedicarsi alle cure della sua numerosa famiglia e dei suoi cospicui beni.
Il B. morì a Genova tra il settembre del 1499, quando stese il suo testamento, e il settembre 1502, data di un documento in cui viene citato come defunto. Fu sepolto, secondo i suoi desideri, nella chiesa di S. Domenico.
Se hai necessità di assistenza, vuoi vendere o certificare un autografo, o semplicemente non hai trovato quello che stavi cercando, contattaci.