Lettera interamente autografa a firma del compositore Gioachino Rossini inviato a Leopoldo Pini
Lettera redatta presso Passy il 25 Giugno 1858, con intestazione del destinatario, timbri e francobolli postali originali.
La lettera è un sunto della più squisita personalità di Rossini, che traspare dalle righe del manoscritto, con accenni alla buona tavola (nello specifico al vino da lui acquistato), ed al suo carattere gioviale ed allegro con gli amici che lo contraddistinsero quando, negli ultimi anni di vita, fuggì dalla ribalta dei palcoscenici europei per ritirarsi nella sua villa di Passy. La lettera testimonia la profonda amicizia tra il compositore e l’avvocato Pini, che era anche il curatore di tutti gli affari del celeberrimo scultore fiorentino Lorenzo Bartolini. Rossini scrive all’amico di un ingegnere che è partito per Firenze ed incontrerà l’Abate Casali, amico comune; si augura che l’affare andrà a buon fine e che riuscirà ad iniziare la costruzione. Rossini prosegue poi con il parlare di una vendita di vino per 33 Napoleoni tramite il Capezzuoli. Il Compositore chiede poi all’amico che informi il Maestro Fodale (Paolo Fodale, compositore ottocentesco), che si è imbarcato in una situazione arida, e che solo l’intelligenza lo salverà. Il Maestro dimostrerà così che tiene più all’arte che ai soldi. Rossini scrive poi di Piermarini e della moglie Olimpia, e mostra un Rossini intimo e paterno, che chiede all’amico di dare un "morsicotto" a quel diavoletto del cognato. La lettera termina con i saluti alla Signora Bartolini (Maria Anna Virginia Boni).