Capuana Luigi

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Luigi Capuana nacque a Mineo (Catania) nel 1839, da una famiglia di proprietari terrieri.
Non terminò mai gli studi giuridici, ma si dedicò a tempo pieno al giornalismo e alla letteratura.
Nel 1864 trasferitosi a Firenze, collaborò come critico teatrale al quotidiano La Nazione, dalle cui colonne auspicava una produzione teatrale più nuova e moderna (i suoi scritti teatrali vennero poi raccolti nel volume 
Il teatro italiano contemporaneo. Saggi critici, 1872).
Tornato nella sua città natale, a Mineo nel 1869, s'impegnò nell'attività politica, diventando anche sindaco della città. Nel 1875 si spostò di nuovo al Nord, questa volta a Milano. Qui iniziò a collaborare come critico letterario e teatrale con il Corriere della Sera e s'impegnò a diffondere il nuovo credo verista, soprattutto attraverso recensioni di libri contemporanei, italiani e francesi, poi raccolte nelle due serie di Studi sulla letteratura contemporanea.
Proprio a Milano pubblicò la sua prima raccolta di novelle, Profili di donne (1877), di sapore ancora tradizionale, seguita dal romanzo Giacinta (1879), accolto come il manifesto del Verismo. Tornato nuovamente a Mineo, alternò i soggiorni nella cittadina natale con permanenze a Roma, dove nel 1882-83 diresse l'importante settimanale "Fanfulla della Domenica". 


Durante la quasi ventennale elaborazione del romanzo Il marchese di Roccaverdina (edito nel 1901) continuò a pubblicare testi critici, raccolti nei volumi Per l'arte (1885) e Gli ismi contemporanei(verismo, simbolismo, idealismo, cosmopolitismo) ed altri saggi di critica letteraria ed artistica (1898). Dal 1902 si stabilì definitivamente in Sicilia, dove insegnò stilistica all'Università di Catania. Tra le ultime opere, il romanzo Rassegnazione (1907) e le raccolte di novelle e di fiabe Coscienze (1905), Nel paese della Zagara (1910), Gli Americani di Rabbato (1912).

Morì all'età di 76 anni a Mineo nel 1915.


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