Carlo Felice di Savoia (Torino, 6 aprile 1765 – Torino, 27 aprile 1831) fu re di Sardegna e duca di Savoia dal 1821 alla morte.
Era il quinto figlio maschio di Vittorio Amedeo III di Savoia e Maria Antonietta di Spagna. Ebbe come nonni materni Filippo V di Spagna ed Elisabetta Farnese.
Domenica 11 marzo 1821 il re Vittorio Emanuele I riunì il Consiglio della corona, del quale faceva parte anche Carlo Alberto; e tuttavia, data l'indecisione del monarca, non venne assunta alcuna decisione.
Il 12 la cittadella di Torino cadde nelle mani degli insorti: Vittorio Emanuele I inviò allora Carlo Alberto e Cesare Balbo a trattare con i carbonari che rifiutarono ogni contatto con i due. Così, la sera, il Re, di fronte al dilagare della sollevazione militare abdicò in favore del fratello Carlo Felice, e poiché quest'ultimo era a Modena fu nominato reggente Carlo Alberto.
L'abdicazione del sovrano, cui seguirono le dimissioni dei ministri di stato, provocò il caos non solo poiché creava una crisi dinastica di cui le potenze non potevano disinteressarsi ma anche perché divise l'esercito e la burocrazia impedendo ogni possibilità di mantenere l'ordine interno.
Il reggente provò a reagire nominando un nuovo governo (l'avvocato Ferdinando Dal Pozzo (1768-1843) al ministero dell'Interno, il generale Emanuele Pes di Villamarina alla Guerra e Lodovico Sauli d'Igliano agli Esteri e cercò di trattare con i ribelli ma non ottenne nulla.
Nell'impossibilità di prendere ogni decisione senza il consenso del nuovo re, Carlo Alberto inviò a Carlo Felice una relazione sugli avvenimenti chiedendogli istruzioni ma la lettera giunse al destinatario troppo tardi.
Infatti, nel timore di diventare oggetto del furore popolare, la sera del 13 marzo 1821, Carlo Alberto firmò il proclama che annunciava la concessione della costituzione spagnola, con riserva dell'approvazione del Re.
Il giorno dopo, il reggente decise di formare una Giunta che avrebbe dovuto fare le veci del parlamento, davanti alla quale, due giorni dopo giurò di osservare la costituzione di Spagna, la cui versione sabauda era stata emendata con alcune clausole pretese dalla consorte di Vittorio Emanuele I, Maria Teresa d'Asburgo-Este.
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