Ermete Zacconi (Montecchio Emilia, 14 settembre 1857 – Viareggio, 14 ottobre 1948) è stato un attore italiano. Introdusse sulle scene nazionali il verismo interpretativo, frutto del positivismo allora imperante nella vita e nell'arte europea. Conformò sempre le sue interpretazioni a un estremo realismo (talvolta ispirato a criteri di recitazione clinica), svincolandole dai moduli accademici tradizionali, eppure infondendovi vigorose tonalità romantiche.
Affermatosi in breve come uno dei più quotati attori italiani, molto apprezzato anche all'estero nel corso di fortunate tournée (Francia, Sud America, Egitto), fece compagnia anche con Eleonora Duse, nel 1899 e nel 1922. Furono sue primattrici la moglie Ines Cristina Zacconi e Paola Pezzaglia.
Il suo repertorio andava da Shakespeare a Ibsen, da Tolstoj a Molnár, da Giacosa a Dumas figlio, a Maeterlinck, a Bracco, a Rovetta.
I successi più clamorosi li ebbe con Re Lear, Otello; Lorenzaccio di Musset; La morte civile di Paolo Giacometti.
Negli Spettri di Ibsen, raggiunse il massimo del realismo con una sconvolgente rappresentazione dei sintomi della paralisi progressiva, la malattia del protagonista.
Il cardinale Lambertini di Alfredo Testoni, fu forse la sua interpretazione più celebre e conosciuta, nella quale rivelò un suadente umorismo. A questi vanno aggiunti i Dialoghi di Platone e Il Fedone, ultimi saggi della sua arte vigorosa.
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