Giacomo Balla (Torino, 18 luglio 1871 – Roma, 1º marzo 1958) è stato un pittore, scultore, scenografo e autore di "paroliberi" italiano. Fu un esponente di spicco del Futurismo firmando assieme agli altri futuristi italiani i manifesti che ne sancivano gli aspetti teorici.
Nel 1891 esordisce come pittore presso la Società promotrice di Belle Arti di Torino, ambiente frequentato dall'aristocrazia e dall'alta borghesia torinese; in questo contesto conosce Edmondo De Amicis e Pellizza da Volpedo.
Nel 1895 lascia Torino per stabilirsi con la madre a Roma dove rimarrà tutta la vita. Qui si avvicina alla nuova tecnica divisionista, diventandone promotore e trovando subito un buon seguito di allievi (tra loro Boccioni, Severini, Sironi). Nel 1904 in Campidoglio sposa Elisa Marcucci, anche lei sarta, conosciuta grazie all'amico Duilio Cambellotti. Dal matrimonio nascono due figlie, Luce Balla (Lucia) (1904-1994) ed Elica Balla (1914-1992).
Nel 1903 espone alla V Biennale di Venezia; è la prima di successive partecipazioni postume.
La sua attività creativa è molto intensa nei primi anni dieci, ispirata dallo stile divisionista, ma a partire dal 1911 esprime nuovi interessi stilistici, entra in una nuova fase di ricerca pittorica tesa a rappresentare il dinamismo, il movimento; traccia su foglio o su tela linee di auto in corsa e altre figure in movimento.
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