Gemma Bellincioni, nata Matilda Cesira Bellincioni (Monza, 18 agosto 1864 – Napoli, 23 aprile 1950)
Gemma Bellincioni è stata un soprano italiano, uno dei più noti e celebri soprani del tardo XIX secolo.
Emerse per le sue interpretazioni del repertorio veristico italiano e fu particolarmente nota più per le sue capacità di attrice che per la qualità della sua voce.
Sia suo padre che sua madre erano dei cantanti lirici e da essi ricevette le prime lezioni di canto. Fece poi il suo debutto a Napoli nel 1880. Da allora cantò in tutti i maggiori teatri d'opera d'Europa e del Sud America per i successivi vent'anni, anche se si esibì una sola volta al Royal Opera House, Covent Garden di Londra nel 1895.
Giuseppe Verdi fu un estimatore delle qualità di attrice della Bellincioni, avendola conosciuta al Teatro alla Scala di Milano nel 1886, quale interprete di Violetta nella sua opera La traviata, ma evidentemente non fu altrettanto entusiasta delle sue qualità vocali, se non la chiamò ad interpretare il ruolo di Desdemona alla prima di Otello l'anno seguente. D'altra parte, le maniere istrioniche della Bellincioni, l'accentuata dizione e la presenza scenica risultarono ideali per il nuovo stile melodrammatico dell'opera italiana, conosciuto come verismo, che divenne popolare durante gli anni 1890. Ella cantò questo tipo di musica con grande passione, anche se la sua estensione vocale non era molto ampia e la sua voce era soggetta a fluttuazioni ampiamente avvertibili.
Il 17 maggio 1890 creò il ruolo di Santuzza in Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni alla prima di Roma. Suo partner, nel ruolo di Turiddu, fu il tenore Roberto Stagno, suo compagno nella vita. Si erano conosciuti, durante una tournée in Argentina, nel 1886. Gemma Bellincioni La Bellincioni fu anche il primo soprano a cantare il ruolo di protagonista in un'altra opera veristica, Fedora di Umberto Giordano, il 17 novembre 1898 (il tenore fu un giovane Enrico Caruso). Otto anni dopo, cantò alla prima italiana dell'opera Salomè di Richard Strauss. Ella annunciò il ritiro dalle scene nel 1911 per dedicarsi all'insegnamento, ma ritornò nel 1916 per cantare nel ruolo di Santuzza in Cavalleria rusticana diretto da Ugo Falena. Verso la fine degli anni 1920 diede alcuni concerti nei Paesi Bassi, ma la sua voce non era più quella di un tempo. La Bellincioni scrisse un manuale per l'insegnamento del canto, pubblicato a Berlino nel 1912, ed una autobiografia, Io e il palcoscenico, pubblicata a Milano nel 1920.
È sepolta a Livorno, assieme al compagno Roberto Stagno, nel cimitero di Montenero.
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