Beniamino Gigli (Recanati, 20 marzo 1890 – Roma, 30 novembre 1957) è stato un tenore e attore italiano, uno dei più celebri cantanti d'opera del XX secolo.
Seguirono presenze in alcuni dei maggiori teatri italiani (Palermo, Napoli, Genova, Catania, Costanzi di Roma), in opere come Manon, Tosca, Mefistofele, La Favorita.
Nel 1917 iniziarono le scritture all'estero (Madrid, Barcellona, Montecarlo, Rio, Buenos Aires) e, dopo aver esordito a Milano al Teatro Lirico nella primavera del 1918 con Lodoletta, il 19 novembre dello stesso anno esordì alla Scala in Mefistofele, sotto la direzione di Arturo Toscanini.
Il 26 novembre 1920 fece l'ingresso al Metropolitan di New York, di nuovo con Mefistofele; fu un successo e il direttore del teatro gli prolungò la scrittura, prima per altri due mesi poi per quattro anni. Il successo fu favorito sia dall'apprezzamento importante della comunità italiana che dalla dichiarazione perentoria di Enrico Caruso, che vide in lui il proprio successore. Il 2 agosto 1921 Caruso scomparve e la stagione del Metropolitan, da lui inaugurata per diciotto anni, lo fu quell'anno da Gigli con La traviata. Fu regolarmente presente al "Met" per oltre un decennio e il successo si estese a molte altre città (San Francisco, Filadelfia, Chicago). Nello stesso periodo fece tournée in Europa (fra cui l'importante debutto il 27 maggio 1930 al Covent Garden di Londra in Andrea Chenier) e Sudamerica.
Nel 1932, dopo dodici anni consecutivi e circa cinquecento recite, la collaborazione con il Metropolitan si interruppe in seguito alla riduzione dei compensi dovuta alla grande crisi economica americana e Gigli tornò in Italia, facendo del Teatro dell'Opera di Roma le sede principale della sua attività (farà ritorno al "Met" solo nel 1939 per cinque rappresentazioni, fra le quali Aida). Fu presente inoltre, fino allo scoppio della guerra, nelle altre principali città europee (di particolare rilevanza l'esordio in Aida a Vienna con la direzione di Victor De Sabata nel 1936) e ancora in Sudamerica.
In seguito, con l'avvento del sonoro, approdò anche al cinema, girando una serie continuativa di sedici film dal 1935 ai primi anni cinquanta, malgrado gli evidenti limiti di una fotogenia non proprio ideale e di una recitazione alquanto convenzionale.
Dopo la liberazione si ritirò temporaneamente dalle scene, ritornandovi nel 1946, ancora in grado d'entusiasmare il pubblico nonostante l'età non più verde. Fu poi costretto per motivi di salute (era affetto da diabete) ad interrompere dapprima le produzioni teatrali e poi i concerti, l'ultimo dei quali, a livello ufficiale, fu alla Carnegie Hall di New York il 20 aprile 1955. Nelle ultime tournée si esibì a volte con la figlia Rina, soprano.
Fu accompagnato nella carriera, fin dagli esordi, dal suo agente e segretario particolare Amedeo Grossi, che con la moglie Barbara curò anche un monumentale archivio, oggi custodito presso il Museo Gigli di Recanati.
Venne di frequente paragonato a Enrico Caruso, e alla definizione talvolta datagli di "Caruso Secondo" soleva rispondere di preferire quella di "Gigli Primo".
Il 4 ottobre 1915 sposò Costanza Cerroni nella chiesa romana della Madonna dei Monti. Dal matrimonio nacquero i due figli Rina nel 1916, futuro soprano di valore, ed Enzo nel 1919.
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