Mazzini Giuseppe

Immagine autore

Giuseppe Mazzini (Genova, 22 giugno 1805 – Pisa, 10 marzo 1872). Iscrittosi alla Carboneria, viene arrestato nel 1830 e, costretto all'esilio, si reca a Marsiglia dove fonda la Giovane Italia, un'associazione politica che si propone lo scopo di promuovere il risveglio delle coscienze italiane e di preparare l'insurrezione contro lo straniero. Nel 1834 getta le basi di una nuova società, la Giovane Europa, che vuole raccogliere tutti i popoli e affratellarli nella difesa del principio di nazionalità. Nel 1837 cerca rifugio a Londra dove può liberamente diffondere le proprie idee, scrivendo su giornali e riviste, aprendo scuole per gli italiani, e organizzando una fitta rete di propaganda politica. Accorre in Italia nel 1848 alla notizia delle cinque giornate di Milano; e nel 1849 viene eletto triumviro con Saffi e Armellini della Repubblica romana, di cui egli fu il vero capo e l'animatore principale. Caduta Roma, torna a Londra e fonda il Comitato democratico europeo. Il prestito, bandito a nome del Comitato, le cui cartelle vengono diffuse largamente in Italia, scoperto, costa la vita a Speri, a Tazzoli e altri partisti conosciuti con il nome di martiri di Belfiore.
Nel 1859-60, per quanto sempre contrario alla monarchia e a Garibaldi, sprona i suoi a combattere sotto la bandiera sabauda e a fianco di Garibaldi. Visse gli ultimi anni tra Londra e Lugano, alternando l'esilio con brevi soggiorni a Genova e a Milano. Organizzò vari movimenti insurrezionali, l'ultimo dei quali gli procurò la prigionia nel forte di Gaeta, dove apprese che Roma era stata occupata dalle truppe regie, notizia che fece crollare in lui le ultime speranze di un Italia repubblicana. Liberato in seguito all'amnistia, prese dimora a Pisa dove morì nel 1872. Mazzini voleva costituire l'Italia indipendente, libera e repubblicana. Il programma mazziniano era condensato dai motti: Dio e popolo, unità e repubblica, pensiero e azione. 


Categorie del personaggio